Ue. Migranti: Avramopoulos, ‘migranti in aumento dalla Turchia’. ‘Speriamo che l’Italia resti interlocutore’

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Nonostante l’accordo, costato agli europei tra i 3 e i 6 miliardi di euro (250 milioni la parte dell’Italia), sono fortemente aumentati gli arrivi di migranti dalla Turchia nel primo trimestre di quest’anno, per quanto al di sotto dei livelli della crisi del 2016.
Lo ha reso noto il commissario europeo per le migrazioni Dimitris Avramopoulos durante una conferenza stampa a Bruxelles osservando che “Abbiamo constatato una ripresa degli arrivi ma la situazione è sotto controllo e i numeri sono abbastanza gestibili”: sulle isole greche sono arrivati nel primo trimestre di quest’anno 9.349 migranti, mentre 6.108 sono giunti nel territorio europeo attraverso le frontiere terrestri. Ha quindi spiegato che “se la situazione si è stabilizzata sulla rotta dei Balcani occidentali, nell’ultimo mese è stato registrato un aumento dei passaggi in Albania, Montenegro e Bosnia-Erzegovina”. Aumento degli arrivi anche in Spagna (+22%, 6.623), mentre la rotta del Mediterraneo meridionale ha visto un calo del 77% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Nella sua relazione Avramopoulos ha auspicato l’invio di uomini e di mezzi per fronteggiare le varie emergenze, ma ha anche chiesto ai paesi membri di rispettare il loro impegno a raggiungere un accordo sulla riforma Ue in materia di asilo entro giugno, nella fattispecie la revisione del trattato di Dublino. Ha poi ammesso che restano “alcuni, pochi Paesi” devono ancora essere convinti a partecipare “alla nostra politica migratoria comune e complessiva, che è la sola risposta pragmatica che abbiamo alla sfida migratoria che dovremo affrontare per molti anni ancora”.
Riferendosi all’Italia ha detto che “Non voglio interferire con la politica nazionale, c’è un processo in atto e ben presto speriamo l’Italia abbia un governo che sarà un interlocutore, anche per le questioni migratorie. L’Italia è un grande Paese democratico ed europeo. Noi contiamo sul ruolo, che vada avanti e che può avere su tutte le questioni, in particolare sulla migrazione. E’ un ruolo molto importante in Europa”.
Tornando all’accordo siglato con la Turchia nel 2016 va detto che esso prevedeva anche l’abolizione dei visti per i cittadini turchi diretti nell’Ue come pure il riavvio dei processi di adesione, cose che comprensibilmente (si pensi agli oltre 10mila foreign fighter turchi che hanno combattuto in Siria e in Iraq e alla repressione in atto verso gli oppositori politici) non sono state attivate.