Ue. Migranti: Collomb, de Maiziere e Minniti trovano la linea da portare a Tallinn

di Guido Keller –

Regolamentazione dei fondi destinati alle Ong, maggior sostegno e coinvolgimento della Libia e piano di ricollocamento dei profughi.
I ministri dell’Interno Gérard Collomb e Thomas de Maiziere, rispettivamente di Francia e Germania, si sono incontrati a Parigi con l’italiano Marco Minniti e il commissario europeo ai Rifugiati e agli Affari interni Dimitris Avramapoulos per dire che l’Italia non è sola, che c’è “piena intesa” sulla linea da tenere giovedì prossimo a Tallinn, al consiglio europeo dei loro colleghi europei, dove quello dei migranti sarà uno dei temi centrali. Ma anche dove sederanno i ministri di paesi che si oppongono ai già ridicoli ricollocamenti, alcuni già oggetto di procedura di infrazione, perché l’Europa continua ad essere “à la carte”, dove si prende ma non si dà.
La cena di lavoro a Parigi è stata organizzata dopo che dal governo italiano è stata minacciata la chiusura dei porti alle navi delle ong straniere, forse anche alle missioni Frontex e Eunavformed, ed è ora, come ha osservato il premier Paolo Gentiloni, che “ i Paesi Ue la smettano di girare la faccia dall’altra parte, perché questo non è più sostenibile”, con riferimento alle decine di migliaia di sbarchi in pochi giorni, 83.360 il 6 mesi.
I tre ministri si sono accordati su linee di massima, non sono scesi nei particolari perché quella non era la sede, ma ad esempio hanno ipotizzato di vietare alle navi delle ong di entrare nelle acque territoriali libiche, come pure di spegnere il trasponder di bordo per la localizzazione e di fare segnali luminosi, dopo che è stata appurata la cooperazione fra i trafficanti e le navi umanitarie. La sorveglianza di ciò verrebbe affidata alla guardia costiera, e si potrebbe arrivare alla chiusura dei porti alle navi delle ong che non si terranno alle regole. Anche perché non si capisce come mai le navi delle ong non si rechino nei porti sicuri più vicini, come vuole la legge del mare, cioè in Tunisia e a Malta.
Poi c’è il complicatissimo capitolo Libia, con i suoi due governi in lotta e le sue 135 tribù, di fatto governi pure loro, dove la Guardia costiera, alla quale sono andati finanziamenti e mezzi dell’Italia e dell’Ue, ha cominciato a fare qualcosa per contrastare i trafficanti e i flussi migratori. Ma si potrebbe puntare a trasferire lì il sistema di accoglienza, facendo poi giungere in Europa solo coloro che realmente fuggono da guerre e persecuzioni.
Ed infine vi è la questione dei ricollocamenti, per cui Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia andranno incontro alle procedure di infrazione: l’Italia vorrebbe che venisse abbassata la soglia necessaria per ottenere lo status di rifugiato in modo da favorire la partenza di più migranti verso altri paesi europei.
Temi e proposte che i tre principali paesi dell’Ue intendono portare al consiglio degli Interni dell’Ue giovedì, dove però l’atteggiamento degli altri è stato fino ad oggi quello di girare la faccia dall’altra parte, regalando al massimo all’Italia qualche pacca sulle spalle e qualche promessa di finanziamento in più.