Unesco. Escono Usa e Israele

di Marco Pugliese –

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) è nata con lo scopo di unire le varie Nazioni invece sembra dividere sempre più, in particolare il mondo arabo e parte dell’Occidente. Il primo ad annunciare l’uscita dall’organizzazione è stato il Dipartimento di Stato americano. Il pomo della discordia è, ancora una volta, la Palestina, infatti a spingere Washington ad abbandonare sono state le recenti tendenze anti-israeliane dell’Unesco. La decisione entrerà in vigore il 31 dicembre 2018, poi gli Stati Uniti assumeranno il ruolo di osservatore. La Casa Bianca, che aveva già fatto notare la non imparzialità dell’agenzia e la necessità di riforme strutturali, resterà comunque a tutela del patrimonio dell’umanità, della difesa della libertà di stampa, della promozione della collaborazione scientifica e dell’educazione. Del resto è dal 2011 che gli Stati uniti non finanziano più l’Unesco a causa della presenza palestinese e sembra che gli attriti ci siano anche in altre sezioni delle Nazioni Unite.
“Ci rammarichiamo per la decisione – ha dichiarato il ministro degli Affari Esteri palestinese, Riyad al-Maliki – che è altamente politica in un ente che intende limitare lo scopo del suo operato sulle questioni culturali, dell’istruzione e del patrimonio culturale”. Il primo ministro tedesco, Angelina Merkel, ha definito “deplorevole” l’uscita Usa, aggiungendo che si tratta di “un brutto segnale”. La cultura, secondo la Germania, dovrebbe essere centrale in tempi di crisi globale. Mentre la direttrice dell’organizzazione, Irina Bokova, già candidata al posto di segretario generale dell’Onu, ha fatto sapere tramite un comunicato che “l’universalità è critica per la missione dell’Unesco di rafforzare la pace e la sicurezza internazionale davanti all’odio e la violenza, per difendere i diritti umani e la dignità”.
Anche il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, definisce la decisione “triste”. Entusiasmo arriva invece da parte del vice ministro degli Esteri dello Stato d’Israele, Tizpi Livni, che ha definito la decisione “storica, coerente e giusta”. Per Israele infatti la mistificazione araba è arrivata fino alle stanze del Palazzo di Vetro, dopo che era stato dichiarato Hebron, “sito palestinese” patrimonio dell’umanità. Dispiaciuto anche il segretario dell’Onu, Antonio Guterres, mentre l’ambasciatore israeliano nell’organismo, Carmel Shama-Hacohen, ha spiegato: “negli anni recenti l’Unesco si è trasformato in una bizzarra organizzazione che ha perso le sue orme professionali a favore di interessi politici di certi paesi”. All’annuncio degli Stati Uniti di ieri, è seguito stamattina quello d’Israele.
In serata la francese Audrey Azoulay è stata eletta al ruolo di direttore generale dell’Unesco.