Usa. Clima: Trump annulla gli impegni di Obama, l’Ue guarda alla Cina

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Non è riuscito a cancellare l’Obamacare, anche per le posizioni interne al suo Partito Repubblicano, ma il presidente Usa ha ieri demolito il protocollo del suo predecessore sul cambiamento climatico, il “Clean Power Plan”, che imponeva il taglio delle emissioni delle centrali a carbone del 32% (rispetto ai livelli del 2005) entro il 2030.
Con l’”Energy Indipendence” Trump ha cancellato il bando sulle concessioni federali per il carbone come pure le norme per ridurre le emissioni di metano nella produzione di idrocarburi e ha ridotto drasticamente i vincoli ambientali negli iter di autorizzazione dei progetti infrastrutturali.
“Andiamo avanti con la produzione di energia negli Stati Uniti – ha affermato il presidente – . La mia amministrazione sta mettendo fine alla guerra al carbone”, poiché è necessario “invertire l’intrusione del governo e annullare una normativa ammazza-lavoro”.
Il colpo di spugna di Trump allontana gli Stati Uniti dagli impegni presi con la Cop21 di Parigi, per cui ora l’Unione Europea sta guardando alla Cina come un possibile partner nell’impegno per abbattere gli inquinanti e rallentare il surriscaldamento del pianeta.
E a Pechino, dove si sanno cogliere le occasioni, già il portavoce del ministero degli Esteri Lu Kang ha fatto sapere che la Cina proseguirà “nel dialogo e nella cooperazione con le parti firmatarie, mano nella mano per gestire il cambiamento climatico, per promuovere gli sforzi per mettere l’economia globale sulla strada verde e a basso utilizzo di carbone, per consegnare un migliore futuro alle generazioni a venire”.
La Cina è contribuisce in modo principale alla produzione di gas serra, ma a Pechino si sa che le sue città dall’aria irrespirabile si tradurranno negli anni in gravi danni per la salute, con costi esorbitanti per le casse dello Stato.
Lo scorso anno la Cina ha messo in campo l’ambizioso progetto piano quinquennale che consiste nel ridurre del 18 per cento in rapporto al Pil l’intensità di carbone, per arrivare entro il 2030 a un taglio del 60-65 per cento.