Usa. Guantanamo: Obama fa trasferire in Arabia Saudita 4 prigionieri, nonostante Trump

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Il presidente Usa Barack Obama ha deciso di andare per la sua strada sulla questione di Guantanamo, ignorando così la posizione di Donald Trump, formalmente non ancora presidente (si insedierà alla Casa Bianca il 20 gennaio), per il quale “Non dovranno esserci altre scarcerazioni da Guantanamo. Sono persone estremamente pericolose e non si deve consentire che tornino sul campo di battaglia”.
Obama ha infatti disposto il trasferimento alle autorità dell’Arabia Saudita dei detenuti Salem Ahmad Hadi Bin Kanad, Muhammed Rajab Sadiq Abu Ghanim, Abdallah Yahya Yusif Al-Shibli e Muhammad Ali Abdallah Muhammad Bwazir. Non è inoltre escluso che altri 20 siano trasferiti nei prossimi giorni nei rispettivi paesi.
Quando, 8 anni fa, Obama divenne presidente, a Guantanamo vi erano 240 detenuti, oggi la cifra è scesa a 50, con i qaedisti trasferiti nelle celle dei paesi d’origine o di nazioni alleate. Lo scorso luglio Fayiz Ahmad Yahia Suleiman fu trasferito in Italia.
Obama ha fatto della chiusura della prigione sull’isola di Cuba, in territorio Usa, uno dei punti centrali della sua amministrazione, ma è un obiettivo che ha mancato in quanto, seppur con un numero ridotto, il carcere della base statunitense continua a funzionare, con i costi esorbitanti e con le passate accuse di sevizie e di torture sui prigionieri.
Una nota del dipartimento della Difesa Usa di oggi riporta che gli Usa apprezzano “il gesto umanitario e la disponibilità a sostenere gli sforzi per chiudere il centro di detenzione di Guantanamo”; essi “si sono coordinati con il governo saudita per garantire che il trasferimento avvenisse nel rispetto di misure di sicurezza appropriate e di un trattamento umano”.

Guantanamo è un’insenatura di 116 km² situata nell’omonima provincia, nella punta sud-est dell’isola di Cuba, a oltre 21 km a sud della città di Guantanamo, nota soprattutto per la presenza dell’omonima base navale statunitense e del relativo campo di prigionia.
Nel 1898, in occasione della guerra ispano-americana, vi arrivò la flotta Usa, che aiutò i cubani a rendersi indipendenti dalla Spagna: nel 1903 il presidente della neonata repubblica cubana, Tomás Estrada Palma, firmò il Cuban-American Treaty con il quale si stabiliva una concessione perpetua sulla baia, che sarebbe rimasta di demanio cubano, ma assegnata in gestione “uti dominus” (come fosse di loro proprietà), agli statunitensi.
Anche di recente i cubani ne hanno chiesto la restituzione.