Usa. Israele: Trump, ‘uno o due stati’. Poi arrivano le precisazioni dei suoi, ‘due Stati’

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Incontrando mercoledì alla Casa Bianca il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente Usa Donald Trump si era detto possibilista per una soluzione della crisi palestinese anche “a uno Stato”, o meglio, “Sarò felice con quello che piacerà a entrambe le parti. Mi va benissimo l’una o l’altra scelta”.
Trump aveva aperto quindi ad una possibilità in controtendenza con la precedente amministrazione Obama, che invece spingeva per il “due popoli, due Stati”.
Ad oggi non si è capito se quanto affermato da Trump corrispondesse realmente ad una nuova strategia o se si fosse trattato di un’uscita imprudente se non addirittura di una gaffe, fatto sta che a distanza di poche ore sono arrivate le garanzie di esponenti dell’amministrazione Usa che indicano come perseguibile la soluzione di “due popoli, due Stati”.
L’ambasciatrice presso le Nazioni Unite, Nikki Haley, ha affermato che “Sosteniamo assolutamente la soluzione dei due Stati, per quanto stiamo pensando a soluzioni diverse, che sono: in che modo possiamo portare le due parti a un tavolo? Cosa ci serve per farle essere d’accordo?”.
Il tentativo di Haley di rassicurare alleati e quadro politico interno senza far perdere la faccia al capo ha probabilmente sortito l’effetto desiderato, ed anche il designato ambasciatore Usa in Israele David Friedman, la cui nomina è al vaglio del Senato, ha detto che “Una soluzione a due Stati, se potesse essere ottenuta, porterebbe enormi benefici sia a Israele che ai palestinesi”.