Usa. Per l’amministrazione americana il WannaCry è partito dalla Corea del Nord

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Gli Usa insistono: dietro all’attacco informatico “WannaCry” (“Voglio piangere”) vi sarebbero hacker nordcoreani, per cui il regime di Pyongyang “è direttamente responsabile” dell’accaduto.
In maggio il ransomware, per il cui sblocco venivano (inutilmente) chiesti 300 euro in bitcoin, ha silurato 300mila computer in 150 paesi, causando miliardi di dollari di danni.
Già i russi della società di sicurezza Kaspersky avevano a suo tempo specificato che il WannaCry era molto simile al “Lazzaro”, il virus che gli hacker nordcoreani, forse militari, avevano usato nel 2012 contro la Sony Pictures Studio, la quale aveva prodotto il film-parodia su Kim Jong-un “The interview”.
Oggi Thomas Bossert, consulente del presidente Donald Trump per la sicurezza interna, ha affermato sul Wall Street Journal che vi sono le prove che l’attacco abbia avuto orifine in Corea del Nord, paese dove internet è accessibile quasi solamente da apparati militari e dall’intelligence.