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La bilancia commerciale tra gli Usa e la Cina continua a pendere in modo spropositato dalla parte di quest’ultima, per cui il presidente Donald Trump è passato dalle parole ai fatti firmando il pacchetto di dazi che verranno introdotti sulle merci cinesi in entrata.
Per Trump si tratta di una “controffensiva” la rosa di dazi da 60 miliardi, ed ha spiegato che “Vedo la Cina come un paese amico, ho un grande rispetto per il presidente Xi, abbiamo un ottimo rapporto e ci stanno aiutando molto sul cado della Corea del Nord. Tuttavia abbiamo un deficit commerciale di 504 miliardi di dollari, qualcuno dice 375 miliardi in base al modo in cui si calcola, è fuori controllo, e continuiamo ad avere il grave problema di furti di proprietà intellettuale, cosa questa che costa centinaia di miliardi di dollari all’anno”.
Ha quindi spiegato che nei colloqui è stato affrontato il tema con gli esponenti della Cina, “Ho chiesto loro di ridurre immediatamente il deficit commerciale di 100 miliardi di dollari. E di certo non va bene se gli altri tassano del 25% una nostra auto e noi tassiamo una loro auto del 2%…. ecco come ha fatto la Cina a ricostruire….”.
Ha poi parlato di Unione Europea, per la quale aveva anche preventivato l’introduzione di dazi sull’importazione dell’alluminio e dell’acciaio: le trattative sono in corso, ed anche Bruxelles ha minacciato contromisure per i prodotti Usa importati. Tuttavia per Trump “l’Unione Europea ha barriere: loro possono fare affari con noi ma noi non possiamo fare affari con loro, non è equo”.
Il presidente Usa sta così facendo “cose che avrebbero dovuto essere fatte tanti anni fa, ma faremo in modo che non accada più, dal momento che abbiamo un deficit commerciale complessivo di 800 miliardi”, per cui “servono rapporti reciproci, speculari” al fine di non mettere in crisi la produzione statunitense: già “Abbiamo perso 60mila imprese in pochi anni, almeno 6 milioni di posti di lavoro. Ora cominciano a tornare”.
