Usa. Trump non vuole la pubblicazione del libro “scandalo” sul suo conto

di Manuel Giannantonio

L’ex consigliere del presidente, Steve Bannon, ampiamente citato nel libro, se la prende in modo diretto e piuttosto brutale con l’attuale presidente americano, che si è sentito diffamato. All’indomani della pubblicazione di alcuni estratti del libro polemico “All’interno della Casa Bianca di Trump” (Fire and Fury: Inside the Trump White House), Donald Trump assume una posizione difensiva. L’uscita del libro è prevista per il 9 gennaio ma i suoi avvocati hanno già chiesto il blocco della pubblicazione, e attraverso una lettera hanno denunciato accuse “senza fondamenta” contenute nel scritto che promette scandalo.
L’autore, Michael Wolff, ha dichiarato di essersi avvalso di oltre 200 interviste realizzate con Trump in persona ma anche con membri della sua amministrazione e del suo staff personale. La pubblicazione dettaglia il malfunzionamento della Casa Bianca e il presidente è direttamente implicato e messo sotto accusa dal suo ex consigliere strategico, Steve Bannon. Questi denuncia senza mezze misure l’attitudine del figlio di Trump, Donald Jr., accusandolo di tradimento per aver incontrato un avvocato russo durante lo svolgimento della campagna elettorale, conferendo di fatto, un peso maggiore di quello già attribuito dal vortice mediatico che circonda la faccenda. L’inchiesta, condotta dal procuratore speciale Robert Mueller sui presunti legami tra Mosca e il team Trump, deteriora ulteriormente una non brillante immagine del presidente.
L’avvocato di Trump ha ufficialmente denunciato Bannon per aver rotto un accordo di confidenzialità e per aver diffuso propositi diffamatori. Dopo la reazione del presidente americano, che ha accusato Bannon di aver “perso la ragione”, la risposta giudiziaria non ha tardato a manifestarsi. Il suo avvocato, Charles J. Harder, ha tentato di vietare la pubblicazione del libro. Ha inviato una lettera a Michael Wolff e a Steve Rubin, direttore della casa editrice Henry Holt and Co., chiedendo loro di “cessare immediatamente la pubblicazione”, evocando la diffamazione.
“Il presidente degli Stati Uniti è un grande uomo”, ha affermato Steve Bannon mercoledì sera, qualche ora prima del comunicato con cui Trump lo accusava di “aver perso la ragione”. Dopo la sua uscita dalla Casa Bianca Bannon si è auto designato salvatore del “trumpismo”.
Il libro di Michael Wolff racconta in particolare di come il primo anno al potere di Trump sia stato dominato da una forma di caos permanente. Descrive un presidente chiuso nel suo ufficio dalle 18.30 con un cheesburger, gli occhi su tre televisori, chiamando alcuni amici con i quali si lamenta dell’operato dei media e della mancanza di lealtà dei membri del suo staff. L’esecutivo Usa ha denunciato con forza un libro “truffa” di un individuo che non ha accesso alla Casa Bianca né nessuna influenza su di essa.
Il portavoce della Casa Bianca ha annunciato oggi che qualsiasi persona che lavora nella West Wing della Casa Bianca (centro nevralgico dell’esecutivo) non potrà utilizzare il cellulare o altri dispositivi elettronici personali. Sarah Sanders ha specificato che si tratta di “sicurezza e di protezione dei sistemi tecnologici alla Casa Bianca” per giustificare questo provvedimento che entrerà in vigore la settimana prossima.