Vaticano. Arriva il nuovo ambasciatore libanese dopo quello rifiutato perché massone

Notizie Geopolitiche –

Libano e Città del Vaticano normalizzano le relazioni diplomatiche dopo che nell’ottobre 2017 il pontefice aveva rifiutato il gradimento al nominato ambasciatore di Beirut, Johnny Ibrahim, in quanto ritenuto essere un massone. Solo una decina di giorni prima il premier libanese Saad Hariri si era recato in visita ufficiale presso la Santa Sede, ma sulla questione papa Bergoglio si era mostrato irremovibile chiedendo la designazione di un nuovo ambasciatore.
Ibrahim, che fino ad allora era console generale a Los Angeles e che oggi è ambasciatore in Argentina, aveva confermato alla stampa di essere effettivamente legato alla Massoneria francese, senza comunque frequentarne le logge. In risposta Hariri aveva individuato per la rappresentanza presso la Santa Sede l’ambasciatore del Libano a Buenos Aires, il quale aveva ottenuto il gradimento ufficiale, salvo poi andare in pensione dopo pochi mesi. Una mossa giudicata come un affronto in Vaticano, per cui il nunzio apostolico a Beirut, monsignor Gabriele Caccia, era stato spedito dal papa nelle Filippine, lasciando nella capitale libanese la rappresentanza vaticana retta da un incaricato.
Lo screzio diplomatico si è risolto in questi giorni con la nomina ad ambasciatore del Libano presso la Santa Sede dell’ex deputato Farid el-Khazen, mentre per il 21 giugno è atteso a Beirut il nuovo nunzio apostolico, monsignor Joseph Spiteri.
Il caso di Johnny Ibrahim non è il primo del genere del pontificato di papa Francesco: nell’aprile 2015 aveva rifiutato il gradimento previsto dal protocollo al designato ambasciatore francese, Laurent Stefanini, in quanto dichiaratamente omosessuale. Stefanini è oggi rappresentante permanente della Francia presso l’Unesco.

Nella seconda foto: Laurent Stefanini.