Vaticano. I vescovi cileni rassegnano le dimissioni dopo le omissioni sulla pedofilia

di Elisabetta Corsi

Un gesto senza precedenti quello di 34 vescovi cileni, i quali hanno rassegnato le dimissioni nelle mani di Papa Francesco. Un’azione che rispecchia la situazione della Chiesa cilena in crisi e immersa totalmente in uno scandalo legato alla pedofilia e alle omissioni che ha portato alla dimissioni in massa dell’intero episcopato.
La decisione, maturata dopo tre giorni di incontri in Vaticano con il papa e di preghiera, è stata letta dal comunicato ufficiale sia in italiano che in spagnolo da monsignor Fernando Ramos Pérez, segretario della conferenza episcopale del Cile, e da monsignor Juan Ignacio Gonzalez Errazuriz, vescovo di San Bernardo. Il testo è sia un ringraziamento al pontefice per averli ascoltati e corretti come avrebbe fatto un padre, ma soprattutto è una richiesta di perdono per il dolore che causato alle vittime, al papa, ai cristiani e al loro paese per i gravi errori commessi. Hanno quindi comunicato la remissione dei loro incarichi nelle mani del Santo Padre perché decida liberamente di ognuno di loro.
La storia inizia il 13 maggio quando i vescovi cileni vengono convocati in Vaticano, presumibilmente per essere “sgridati” dal pontefice proprio per gli scandali scoppiati nella loro terra, richiamandoli così ad assumersi le loro responsabilità e ricevendo un documento che contiene dati riguardati la diffusione dell’abuso di minori da parte di ecclesiastici nel loro paese. Inoltre nel documento vi è una denuncia verso i preti che si sono staccati dal popolo e si sono avvicinati sempre più al potere diventando una casta e proprio per questo motivo diventati “intoccabili” nonostante le denunce delle vittime. Una Chiesa marcia, in cui vi era abuso di potere, tentativi di insabbiamento e distruzione di prove per impedire che le inchieste arrivassero alla verità, e Bergoglio con questo richiamo ha voluto dare un monito per il rinnovamento della Chiesa. Le dimissioni per il momento non sono ancora state accettate, anche perché il papa ha tempo due settimane per prendere una decisione definitiva. Nel frattempo le persone comuni tramite Twitter esprimono pensieri positivi su questa decisione dei vescovi, percepita come un bene per la comunità. La cosa rappresenta una svolta nella storia della Chiesa in Cile, il più profondo cambiamento dai tempi del cardinale Angelo Sodano, che fu nunzio apostolico proprio nel paese sudamericano dal 1978 al 1989.