Venezuela. Continuano le proteste, 44 i morti dal 1 aprile

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Si susseguono le proteste e gli scontri violenti in Venezuela, dove dal 1 aprile ad oggi sono 44 i morti, anche giovanissimi, a causa della repressione operata dalle forze governative ma anche dai “colectivos”, bande di estremisti che sostengono il regime e che attaccano i manifestanti dell’opposizione arrivando a sparare al volto.
L’Osservatorio Venezuelano di Conflitto Sociale (OVCS) parla anche di oltre 800 feriti, mentre il Forum criminale venezuelano, altra organizzazione attiva nella campo dei diritti civili, riferisce di 2mia persone fermate e di 650 ancora in carcere.
Le opposizioni, che già hanno rifiutato la mediazione del Vaticano, oggi hanno respinto la proposta di dialogo da parte del presidente Nicolas Maduro il quale dalle elezioni del 2015 non gode più della maggioranza del parlamento.
Dopo aver tentato di esautorare il parlamento accentrando su di sé i poteri attraverso una sentenza del Tribunale supremo, poi annullata a seguito delle proteste internazionali Maduro ora intende indire una commissione costituente per riformare la Costituzione, cosa che ha rappresentato la fine di ogni possibilità di dialogo da parte delle opposizioni, che ne chiedono le dimissioni.
Di settimana scorsa è anche la decisione di portare il Venezuela fuori dall’Osa, l’Organizzazione degli Stati Americani, la quale anche spingeva per trovare una mediazione.
Nel paese c’è ormai penuria di generi alimentari e di medicinali, il mercato nero ha prezzi inaccessibili e capita spesso che i negozi di generi alimentari e i mezzi che li riforniscano vengano presi d’assalto.
La corrente elettrica è razionata da mesi, mentre l’infrazione galoppa al 700%, ma secondo esperti del Fmi potrebbe arrivare entro la fine dell’anno al 1.600%.
Le opposizioni sono decapitate dei loro leader e di Leopoldo Lopez, che sarebbe stato portato nell’ospedale militare della capitale, non si hanno notizie.
Con Maduro c’è l’esercito e il suo peso politico, che lo scorso 17 aprile ha fatto avere al presidente il proprio sostegno “incondizionato”.
Il deputato filogovernativo Pedro Carreno, ex ministro dell’Interno del governo Chavez, ha dichiarato oggi che i militanti del Partito Socialista Unificato del Venezuela (Psuv, al governo) si uniranno alle forze armate quali “corpo combattente” per difendere il paese da un possibile attacco militare statunitense, e che “Il compagno presidente Maduro ci ha detto che dobbiamo essere vigili e preparaci: questa non è una rivoluzione disarmata”.