Venezuela. Esautorato il Parlamento. Maduro fa un golpe “costituzionale”

di Enrico Oliari

Se non si è trattato di golpe, è solo perché non sono girati i carri armati nelle strade. Fatto sta che ieri il presidente venezuelano Nicolas Maduro è riuscito nel colpo magistrale di esautorare il suo peggior nemico, cioè il parlamento, che dalle elezioni del 2015 è in mano alle opposizioni.
E lo ha fatto servendosi del suo migliore alleato, il Tribunale supremo (ex Corte suprema), la cui Sala costituzionale è formata da 7 giudici eletti dall’Assemblea parlamentare della legislatura precedente, favorevole a Maduro.
D’altro canto il parlamento di Caracas in ottobre ha approvato (solo 11 i contrari) una risoluzione che prevedeva l’avvio del processo di impeachment nei confronti del presidente volto a valutare le responsabilità penali di Maduro, nonché le omissioni che hanno gettato il paese nel disastro economico, con l’inflazione al 700%, la corrente elettrica razionata e la povertà diffusa.
Approfittando del fatto che al momento delle elezioni tre deputati erano risultati ineleggibili in quanto indagati, il Tribunale supremo ha dichiarato oggi nulli tutti i voti dell’Assemblea nazionale ed ha fatto sapere che “fino a quando l’Assemblea nazionale sarà fuorilegge, le competenze parlamentari saranno esercitate in modo diretto” dai supremi giudici.
Di fatto si tratta di una concentrazione di poteri su presidente e Corte costituzionale, cioè quelli legislativo, esecutivo e giudiziario, ma anche l’esercito, per cui la situazione politico-istituzionale del Venezuela, quinto produttore di petrolio, è ormai del tutto simile a quella di un regime totalitario.
Il presidente del parlamento Julio Borges ha chiesto all’esercito “di uscire dal silenzio”, mentre dalla Colombia uno dei principali leader delle opposizioni, Henrique Capriles, ha dichiarato che “In Venezuela regna una dittatura”, ed ha chiesto l’aiuto della comunità internazionale.
La situazione si è complicata anche per il fatto che il 21 marzo i deputati hanno chiesto un intervento dell’Osa (Organizzazione degli Stati americani) al fine di introdurre sanzioni contro la presidenza Maduro, ed oggi il diretto interessato ha accusato l’Osa d’incoraggiare un “intervento internazionale”, per cui “Noi ci prepariamo a difendere il paese”, “vedranno un popolo difendere la sua patria. Se tentano qualcosa, ci troveranno nella strada. Se credono che ci arrenderemo, si sbagliano”.
Una “rottura dell’ordine costituzionale” in Venezuela, ha denunciato all’unisono la comunità internazionale. Dal Dipartimento di Stato Usa si è fatto sapere che “Nicolas Maduro ha commesso un colpo di stato” eliminando il “potere del popolo”.
Il Perù ha richiamato il suo ambasciatore a Caracas, ma lì i ferri erano già corti dopo che il 6 marzo l’esuberante ministra degli Esteri del Venezuela, Delcy Rodríguez, si era riferita al presidente peruviano Pedro Pablo Kuczynski definendolo “un vigliacco e un cane, al guinzaglio degli Stati Uniti”.

Sono membri del Tribunale supremo della Repubblica Bolivariana del Venezuela:
Maikel José Moreno Pérez, dal 2014, presidente;
Indira Maira Alfonzo Izaguirre, dal 2014, presidente della Sala elettorale;
Juan José Mendoza Jover, dal 2015, presidente della Sala costituzionale;
María Carolina Ameliach Villarroel, dal 2013, presidente della Sala politico-amministrativa;
Yván Darío Bastardo Flores, dal 2015, presidente della Sala di cassazione civile;
Marjorie Calderón Guerrero, dal 2015, presidente della Sala di cassazione sociale.

Nella seconda foto: il Tribunale suoremomdel Venezuela.