Venezuela. Maduro tira dritto per la Costituente. Il colombiano Santos prova a farlo ragionare

di Guido Keller –

Nonostante la valenza politica, per cui il 98,4 per cento di coloro che hanno votato si sono espressi contro un’eventuale riforma costituzionale, il risultato del referendum indetto dalle opposizioni non ha smosso di un millimetro il presidente venezuelano Nicolas Maduro, il quale intende arrivare al 30 luglio alle elezioni per la nuova costituente. Il referendum non avere valore legale, e alle votazioni hanno preso parte 7,2 milioni di oppositori, ma il paese resta drasticamente spaccato in due, con mesi di proteste, di violenze e di repressioni che hanno portato ad un centinaio di vittime, soprattutto giovani.
Caracas ha risposto picche anche alla minaccia di sanzioni espressa ieri dal presidente Usa Donald Trump, per il quale “Il popolo venezuelano ha nuovamente messo in chiaro che è per la democrazia, la libertà, lo stato di diritto. Eppure le loro azioni forti e coraggiose continuano ad essere ignorate da un pessimo leader che sogna di diventare un dittatore”, ed anzi, il nuovo ministro degli Esteri del Venezuela Samuel Moncada, succeduto a Delcy Rodriguez, ha precisato che “Niente potrà fermarlo, il progetto della Costituente prosegue. Oggi il popolo venezuelano è libero e risponderà in modo univoco di fronte all’insolente minaccia di un impero xenofobo e razzista”, cioè degli Stati Uniti.
Fin dalle elezioni del 2015 Maduro non gode più della maggioranza del parlamento, istituzione che ha tentato di esautorare accentrando su di sé i poteri attraverso una sentenza del Tribunale supremo, iniziativa poi annullata a seguito delle proteste internazionali.
Con la riforma costituzionale Maduro conta quindi di aumentare i propri poteri e di continuare a governare, nonostante da aprile si susseguano forti le proteste nel paese e sia in corso una forte repressione che ha portato all’arresto dei principali leader dell’opposizione.
Finita senza un nulla di fatto la mediazione del Vaticano e dell’Osa (Organizzazione Stati Americani), a tentare nelle ultime ore di far ragionare Maduro è stato il presidente della Colombia Juan Manuel Santos, il quale ha tentato di far desistere Maduro dal proseguire nel suo intento: “L’idea dell’Assemblea Costituente dovrebbe essere abbandonata per ottenere una soluzione coordinata, rapida e pacifica in Venezuela. Lo chiede tutto il mondo”.
La situazione politica in Venezuela continua ad essere drammatica, con episodi incredibili come l’assalto del 5 luglio al Parlamento da parte dei “colectivos” (estremisti armati che sostengono Maduro) ed il sequestro per 9 ore di 350 deputati, e l’azione di Oscar Perez dello stesso giorno, che da un elicottero ha sparato numerosi colpi e quattro granate prima sul ministero dell’Interno e poi Corte suprema.
Sul caso dell’irruzione in Parlamento il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha denunciato il ferimento di deputati di origine italiana.
Ad essere contro Maduro non ci sono tuttavia solo le opposizioni, poiché la situazione economica nel paese è diventata esasperante, c’è ormai penuria di generi alimentari e di medicinali, il mercato nero ha prezzi inaccessibili e capita spesso che i negozi di generi alimentari e i mezzi che li riforniscano vengano presi d’assalto. La corrente elettrica è razionata da mesi, gli uffici pubblici funzionano a singhiozzo, mentre l’infrazione galoppa al 700%, ma secondo esperti del Fmi potrebbe arrivare entro la fine dell’anno al 1.600%.
Con Maduro c’è l’esercito e il suo peso politico, che lo scorso 17 aprile ha fatto avere al presidente il proprio sostegno “incondizionato”.