Voli. Cresce la paura per le bombe nei laptop: diversi paesi seguiranno l’esempio degli Usa

di Guido Keller –

Anche l’Italia potrebbe adeguarsi al divieto per i passeggeri di imbarcare nella cabina dei voli tablet, laptop e consolle. L’argomento sarà trattato in una riunione prevista per domani a mezzogiorno del Comitato interministeriale per la sicurezza dei trasporti aerei e degli aeroporti (CISA), presieduto dall’ENAC.
L’allarme terrorismo infatti sta obbligando diverse amministrazioni a prevenire l’introduzione di materiali esplosivi nascosti nelle batterie delle apparecchiature, ed ormai di parla di “Electronic Ban”, dopo che il primo paese a prendere tale provvedimento sono stati gli Usa di Donald Trump.
L’intelligence ha infatti informato la Casa Bianca che al-Qaeda avrebbe raggiunto la capacità di miniaturizzare le bombe proprio per nasconderle nei laptop, ma soprattutto di fare in modo che non vengano rilevate ai controlli aeroportuali.
Secondo le informazioni degli 007, riportate dalla stampa statunitense, “i gruppi terroristici continuano ad avere nel mirino l’aviazione commerciale”, per cui non si parla di una mossa propagandistica come quella del “Muslim Ban”, per cui sono stati messi nella lista di Trump paesi che non hanno mai colpito gli Usa, come l’Iran, e ne è stata esclusa l’Arabia Saudita, da dove sono giunti gli attentatori delle Torri Gemelle.
E difatti gli aeroporti interessati, con voli diretti verso gli Usa, sono lo scalo Regina Alia di Amman, in Giordania, l’aeroporto Internazionale del Cairo, in Egitto, il Re Abdulaziz di Gedda, in Arabia saudita, l’aeroporto Internazionale Re Khalid di Ruad, sempre in Arabia Saudita, l’aeroporto Internazionale di Farwaniya, in Kuwait, il Mohammed V di Casablanca, in Marocco, l’aeroporto Ataturk di Istanbul, in Turchia, l’aeroporto Internazionale di Doha, in Qatar, l’aeroporto Internazionale di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti e quello Internazionale di Abu Dhabi, sempre negli Emirati Arabi Uniti.
Le compagnie aeree avranno tempo fino al 25 marzo per adeguarsi al provvedimento che dovrebbe rimanere in vigore fino al 14 ottobre ma che con tutta probabilità sarà procrastinato, ma la cosa sembra espandersi a macchia d’olio, con già la Gran Bretagna che sta per attuare la stessa misura per i voli diretti in arrivo da in arrivo da Turchia, Libano, Giordania, Egitto, Tunisia e Arabia Saudita, ed il Canada, per cui, come ha detto il ministro dei Trasporti Marc Garneau, “Stiamo valutando le informazioni che ci sono state fornite”.
D’altro canto i precedenti ci sono: nel 2015 il capo della polizia della Nigeria aveva avvertito che i miliziani di al-Shabbab, branca somala di al-Qaeda, avevano raggiunto la capacità di inserire ordigni nelle batterie dei laptop, e nel febbraio del 2016 il dipartimento per la Sicurezza interna Usa aveva riportato le dichiarazioni degli al-Shabaab secondo cui essi avevano nascosto in un computer portatile una bomba imbarcata su un volo in partenza da Mogadiscio per Gibuti: l’esplosione causò uno squarcio nella carlinga dell’aereo, uccidendo in quel caso solo l’attentatore, mentre il pilota riuscì ad atterrare. Sospetti vi sono anche per il volo dell’Egyptair MS-804 partito da Parigi il 19 maggio e inabissatosi nel mar Mediterraneo con 66 persone a bordo: sui cadaveri ripescati sono state rivenute tracce di esplosivo, ed il sospetto è che gli attentatori siano ricorsi proprio a una bomba miniaturizzata.