Zimbabwe. Golpe: manifestazioni pro Mnangagwa

di Valentino De Bernardis –

E’ un “colpo di stato al rallentatore”, come lo ha definito il Financial Times, quello in corso in questi giorni in Zimbabwe, dove il 93enne Robert Mugabe, alla guida del paese dal 1987, è stato deposto dai militari che appoggiano il suo braccio destro, Emmerson Mnangagwa, e portato agli arresti domiciliari.
Mnangagwa è dello stesso partito di Mugabe, il Zanu-Pf, ma l’ormai ex presidente aveva programmato la sua successione attraverso la figlia Grace Mugabe, leader del movimento G-40. La cosa non era andata giù ai miliari, soprattutto ai veterani che avrebbero probabilmente perso potere e privailegi, ma anche a funzionari e dipendenti pubblici, e con il golpe sono stati arrestati il titolare delle Finanze Ignatius Chombo, quello dell’Educazione Superiore Jonathan Moyo e quello delle opere pubbliche, Saviour Kasukuwere. Questi è anche anche commissario politico dello Zanu-Pf.
Quanto sta accadendo in Zimbabwe è, insomma, una lotta tra gruppi sociali e potentati locali per tenere o prendere il potere.
Mentre nei nodi cruciali della capitale permangono carri armati (fino ad ora non si sono avute notizie di scontri), oggi decine di migliaia di persone sono scese in piazza ad Harare nella capitale per manifestare in modo pacifico e festoso a favore di Mnangagwa, con slogan del genere “Quando è troppo è troppo, Mugabe deve andarsene”, “Riposa in pace Mugabe” e “No alla dinastia Mugabe”.