Putin incontra re Salman e Maduro. Per consolidare l’alleanza del petrolio

di Francesco Cirillo

In poche ore il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato a Mosca il leader del Venezuela e il re dell’Arabia Saudita, Salman. Obiettivo primario è stato quello di consolidare il patto del petrolio concordato tra i paesi non Opec e quelli dell’Opec.

Meeting Putin-Maduro.
Nel primo incontro che ha avuto con Maduro, il capo del Cremlino ha rassicurato rassicurare del sostegno diplomatico della Russia al Venezuela.
La Russia supporta il Venezuela sin dai tempi di Hugo Chavez, e continua a farlo nonstante la pesante crisi socio-economica che il paese sudamericano sta attraversando dal 2015. La crisi ha fatto esplodere le proteste contro il governo venezuelano, accusato di voler trasformare il paese in una dittatura, una situazione che ha ridotto la popolazione a non poter comprare più beni di prima necessità come il cibo e le medicine. Per questo il presidente Nicolas Maduro è volato in Russia nella speranza di ottenere boccate di ossigeno per l’economia del Paese.
Maduro ha ringraziato Putin per l’invio di cereali in Venezuela, ma anche finanziariamente la Russia sostiene Caracas: la Rosneft, il colosso statale russo per il petrolio, ha pagato in anticipo 6 miliardi di dollari per le forniture di gas e petrolio. Ma secondo fonti della Reuters Maduro dipende sempre di più dai soldi di Mosca che negozia, allo stesso tempo, contratti per partecipare alla costruzione di diversi progetti petroliferi nel paese. Maduro dal canto suo spera di ricevere in cambio la ristrutturazione di un debito contratto con Mosca riguardante l’acquisto di carri armati e di missili, ma anche di ricevere nuovi armamenti dalla Federazione Russa.

Putin e re Salman: la questione del Medio Oriente.
La visita del re saudita è la prima di un monarca di Riyad alla corte del presidente russo. Aleksandr Novak, ministro dell’Energia russo, ha definito il meeting un grande successo sia per l’accordo dell’Opec sia per per gli accordi firmati nella giornata di oggi. Secondo il ministro saudita Khalid al-Falih è stata una cooperazione di successo.
La delegazione russa e quella Saudita hanno ratificato durante il meeting Putin-Salman accordi per un valore di 3 miliardi di dollari. I trattati, quasi 14 secondo fonti del Cremlino, spaziano dal settore dell’energia a quello militare passando per il fronte di petrorubli , l’agricoltura e consistenti acquisti di armi.
Tra i primi accordi quello ratificato tra il RDIF (RFPI) (Fondo di investimento statale russo), assieme al gigante russo per la petrolchimica Sibur, per cui hanno firmato una dichiarazione di intenti con la Saudi Aramco, il gigante saudita degli idrocarburi, per la condivisione dei progetti nella raffinazione. Nel 2018 Riad privatizzerà il 5% della compagnia.
Il fondo RDIF ha ratificato un’accordo da 100 milioni con il Fondo Pubblico di investimento Saudita per la costruzione di una rete ferroviaria e stradale. Infine un fondo congiunto russo-saudita investirà circa un miliardo di dollari in progetti energetici e un altro in progetti Hi Tech.
Nella sfera degli armamenti Riad ha deciso di accettare con una dichiarazione di intenti la volontà di acquistare gli S-400, sistemi da difesa missilistica terra-aria; gli stessi venduti a settembre alla Turchia. Una commessa da quasi 3 miliardi di dollari.
Sul nucleare la Rosatom ha proposto hai sauditi la costruzione di due reattori necessari per la diversificazione dell’economia saudita prevista dal piano Vision 2030.
Il re è stato accolto dal presidente russo nel salone di Sant’Andrea al Cremlino. Putin ha definito l’incontro storico per una cooperazione che è fiorita in 90 anni. Nel 1926 l’allora URSS fu il primo paese a riconoscere il regno saudita creato dal padre di re Salman, Abdulaziz Ibn Saud. Ma la Guerra Fredda e l’invasione sovietica dell’Afghanistan del 1979-1989 congelarono le relazioni mentre Riad si riavvicinava a Washington.
Ora re Salman chiama Mosca paese amico e ricambia l’ospitalità invitando Putin a Riad, mentre Putin dichiara che i loro colloqui dovranno servire per rilanciare l’economia e la sicurezza globale e nel Medio Oriente. La presenza del monarca saudita è altamente simbolica: legittima l’azione russa in Siria, al fianco di Bashar al-Assad e nel Medio Oriente come paese di riferimento e mediatore nella regione.
Secondo Ayham Kamel analista, di Eurasia Group, Riyad non vuole rimpiazzare l’alleanza con Washington ma vuole costruire nuovi rapporti, visto che gli Usa non sono più il centro geopolitico globale. Secondo l’analista la determinazione di Putin nel supportare il regime di Damasco sarà anche impopolare nel Golfo, ma viene rispettata.
Kamel, continuando, spiega che Mosca per Riad può avere un forte potere di mediazione con Teheran, a differenza degli Usa di Donald Trump. Infatti re Salman vuole avere rassicurazioni da Putin per un possibile contenimento dell’influenza iraniana in Siria e nel Medio Oriente; in cambio il Cremlino potrebbe ricevere una strategica cooperazione energetica e nella stabilità dei prezzi del greggio, cosa indispensabile per l’economia russa.