8 marzo: ricordando l’impegno e il coraggio delle donne curde

di Shorsh Surme

Le donne curde hanno avuto un ruolo determinante nella società, la quale è stata repressa da parte dei governi occupanti quali l’Iran, la Turchia, l’Iraq e la Siria.
Alla fine del 19mo secolo Halima Khanim, nativa di Hakkari nel Kurdistan della Turchia, era la governante di Bash Kala, finché fu costretta a cedere al governo ottomano dopo la soppressione della rivolta di Bedir Khan nel 1847.
Un’altra giovane donna curda, Fatma, divenne capo della tribù degli Ezdinan nel 1909 e fu conosciuta tra la sua tribù come regina, tanto che durante la prima guerra mondiale le forze dell’ex Unione Sovietica negoziarono con lei un passaggio sicuro attraverso il territorio tribale curdo ; era della nota famiglia Nehri, che secondo Basile Nikitine esercitava una grande autorità tra i suoi seguaci.
Ancora nel Kurdistan dell’Iraq ci fu la signora Adela, che era governante di Halabja: esercitò una grande influenza negli affari della tribù Jaff nella pianura di Shahrazur, sulla frontiera artificiale tra l’Iraq e l’Iran. Il risveglio del commercio e il ristabilimento della legge e dell’ordine nella regione di Halabja è attribuito alla sua buona amministrazione.
Non dimentichiamo che le donne curde sono state sottoposte sia alle leggi dell’Impero Ottomano, sia a quella islamica, ma non hanno ceduto loro coraggio e la loro forza per difendere la loro patria accanto ai loro mariti e ai loro fratelli, come pure che lottano tuttora.
Nel Kurdistan Siriano, meglio conosciuto come Rojava, le donne svolgono un ruolo importante nella governance locale, nei servizi sociali e nella sicurezza.
Sicuramente la loro presenza in questi nuovi ruoli è percepita positivamente dalla popolazione locale.
Proprio durante lo scoppio della guerra in Siria, all’inizio del febbraio 2014, Hevi Ibrahim è stata nominata alla carica di primo ministro di Afrin, uno dei tre cantoni autonomi nel Kurdistan Siriano. Non per niente dopo 4 anni la città di Afrin è stata occupata palesemente dell’esercito turco di Recep Tayyp Erdogan, nel gennaio 2018.
Auguriamo sia alle leonesse curde e a tutte le donne un buon 8 marzo.