Conferenza SIOI: “Le Nuove vie della Seta Cinese”

di Francesco Cirillo

La Belt and road Iniziative si prepara per essere accolta in Europa, e la Francia del presidente Emmanuel Macron sta cercando di portarsi avanti per avere un posto privilegiato nel colossale progetto cinese.
La SIOI (Società italiana per l’organizzazione internazionale) e l’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese hanno organizzato nei giorni scorsi una conferenza a cui ha preso parte il presidente SIOI Franco Frattini, ex ministro degli Esteri.
La Conferenza è stata suddivisa in due panel, di cui il primo è stato introdotto dall’ambasciatore cinese in Italia Li Ruiyu ed è stato incentrato sugli investimenti cinesi nei paesi coinvolti nel progetto, per cui si spera che l’Italia entri partecipi da protagonista in un’operazione che dovrebbe favorire la crescita globale.
All’evento era presente anche il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Amendola, il quale ha parlato dell’opportunità che l’Italia sia parte integrante della Bri (Belt and Road Iniziative). Il sottosegretario ha inoltre osservatoche i candidati dei partiti politici alla competizione elettorale in corso sono chiamati a parlare delle relazioni internazionali che il paese deve avere con gli altri paesi e con la Cina per quanto riguarda le nuove Vie della seta. Il primo panel è stato moderato dalla giornalista Domitilla Savignoni, e tra gli ospiti vi era l’ambasciatore italiano a Pechino Ettore Sequi.
Il secondo panel si è incentrato sugli effetti geopolitici della Nuova via della seta. Tra gli ospiti erano presenti personaggi esperti della geopolitica cinese quali Giorgio Cuscito, analista geopolitico della rivista Limes e gestore della newsletter di Limes. In questo panel, moderato da Matteo Bressan, docente della stessa SIOI e analista per la Nato college foundation, sono stati analizzati gli effetti delle azioni cinesi in Asia, dove molti paesi, in primis la stessa India, vedono nel progetto di Pechino un pericolo alla sicurezza dello stesso continente. Evento che ha alzato la tensione sino-indiana è quello avvenuto al confine con il Bhutan, dove le truppe cinesi ed indiane si sono affrontate a suon di pugni e pietre, cosa che dimostra la tensione tra Pechino e Nuova Delhi. Altri ospiti sono stati Francesco Sisci, professore di politica europea presso l’Università del popolo della Cina, il quale ha spiegato come la società cinese si sta aprendo al mondo ma con una visione cinese definita dai vertici del Partito Comunista come un nuovo “Rinascimento” della nazione; Fabio Indeo, analista presso l’Asiac (Associazione per lo studio in Italia dell’Asia Centrale e del Caucaso), il qaule ha descritto come il progetto cinese abbia integrato le repubbliche ex sovietiche della regione nonostante la Russia consideri la regione centroasiatica come un proprio giardino di casa. Tuttavia la Belt and Road potrebbe far progredire le economie delle ex repubbliche sovietiche anche con una possibile coabitazione russo-cinese. Una giornalista di AGI China ha descritto come la Cina stia investendo pesantemente nel progetto nonostante alcuni blocchi degli investimenti cinesi all’estero, definiti da Pechino come poco convincenti.
Infine ha preso la parola Alessandro Politi, direttore della Nato college Foundation, il quale ha spiegato che si prospetta, in un lontanissimo futuro, una possibile cooperazione militare Nato-Cina grazie proprio grazie al progetto delle nuove via della Seta.