di Alberto Galvi –
L’accordo che istituisce l’AfCFTA (African Continental Free Trade Area) è entrato in vigore il 30 maggio 2019 per i primi 44 paesi che l’hanno ratificato, mentre dal 1 gennaio 2021 si è costituita l’area di libero scambio più grande del pianeta, che coinvolge tutta l’Africa ad esclusione dell’Eritrea, con 1,2 miliardi di cittadini e 2.500 miliardi di dollari di Pil complessivo.
L’AfCFTA è stato lanciato lo scorso 7 luglio a Niamey, in Niger e si preannuncia come una vera e propria svolta di sviluppo per il continente africano. Dopo l’adesione all’accordo di 53 su 54 Paesi, che hanno depositato i documenti di ratifica presso l’AUC (African Union Commission) è iniziato l’iter per la sua costituzione. L’Eritrea è l’unico paese del continente che non ha ancora aderito.
Inizialmente stabilita per il 1 luglio dello scorso anno, la crisi del coronavirus e altri fattori hanno causato un ritardo, allungando i tempi e impedendo di rispettare la scadenza prefissata, ma adesso l’AfCFTA è finalmente entrato in vigore in tutto il continente.
In un vertice straordinario a Kigali, in Ruanda nel marzo del 2018, I capi di stato e di governo africani hanno deciso di istituire la zona di libero scambio con l’avvio di colloqui per discutere temi come la politica della concorrenza, gli investimenti e la proprietà intellettuale. Inoltre è stato firmato un protocollo sulla libera circolazione delle persone.
L’AfDB (African Development Bank) ha calcolato che sarà necessaria una crescita degli investimenti infrastrutturali di 40 miliardi di dollari all’anno perché la crescita economica, demografica e produttiva possa essere indirizzata in modo efficiente e perché i beni possano essere allocati senza sprechi e perdite eccessive.
Dal 1 gennaio 2021 si dovranno rafforzare le istituzioni nazionali, aumentando la capacità fiscale degli stati membri, favorendo il passaggio graduale da un’economia informale a un’economia formale, favorendo il commercio intra-regionale nel settore manifatturiero con il 90% di tutte le merci che diventeranno esenti da dazi. In questo modo si prevede che l’AfCFTA aumenterà le opportunità di creare posti di lavoro nel continente.
I paesi africani dovranno ora armonizzare i regimi doganali e tariffari. Attualmente ci sono otto blocchi economici regionali in Africa: EAC (East African Community), ECOWAS (Economic Community of West African States), CEN-SAD (Community of the Sahel-Saharan States), AMU (Arab Maghreb Union), ECCAS (Economic Community of Central African States), IGAD (Inter-Governmental Authority on Development), COMESA (Common Market of Eastern and Southern Africa) e SADC (Southern African Development Community) che dovranno quindi tutti adeguarsi alle regole imposte dal AfCFTA.