Afghanistan. Il Fronte di Resistenza Nazionale: intervista a Hamid Saifi

di Giuliano Bifolchi * –

Dal ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan, il Fronte di Resistenza Nazionale dell’Afghanistan (NRF), sotto la guida di Ahmed Massoud, ha combattuto contro i talebani e ha chiesto il sostegno internazionale per contrastare un governo etichettato come “oppressore” e “non democratico”.
Dopo più di un anno da quando i talebani hanno preso il potere, l’Afghanistan è praticamente isolato dalla comunità internazionale, e sta affrontando una forte crisi economica e problemi di sicurezza a causa delle attività dello Stato Islamico (ISKP) e di altri gruppi terroristici che hanno aumentato la loro presenza e attività sul territorio afghano.
Ahmed Massoud, il figlio maggiore del leader militare Ahmad Shah Massoud, ha fondato l’alleanza militare conosciuta al mondo con il nome di Fronte di Resistenza Nazionale dell’Afghanistan, o anche come Seconda Resistenza, nell’agosto 2021 e ha raccolto uomini e armi nella valle del Panjshir dove ha iniziato a combattere contro i talebani. Sebbene nel settembre 2021 i talebani abbiano rivendicato la loro vittoria contro la NRF e il controllo della valle del Panjshir, l’alleanza guidata da Massoud detiene posizioni militari in tutta la valle e rappresenta l’unica resistenza organizzata ai talebani nel paese conducendo una lotta di guerriglia armata.
Il 17 ottobre 2022 SpecialEurasia ha intervistato Hamid Saifi, un ufficiale comandante dell’esercito nazionale afghano (5a brigata del 203mo Thunder Corps) e attuale membro della Resistenza Nazionaledell’Afghanistan, per discutere dell’attuale strategia della NRF e approfondire la conoscenza delle dinamiche locali in Afghanistan.

– Qual è lo stato attuale delle vostre attività e della lotta contro i talebani?
“La resistenza armata contro i talebani nelle province di Panjshir (Andraba e Khost), Baghlan, Kapisa, Parwan, Badakhshan e Takhar e in altre province del paese è attivamente in atto. E ogni giorno, con l’aumento della crudeltà dei talebani, il popolo afghano, all’interno e all’esterno del paese, si mobilita contro questo gruppo. Le attività politiche del NRF hanno avuto sviluppi positivi sia a livello nazionale che internazionale”.

– Quali passi e strategie ritiene fondamentali per stabilizzare il paese?
“Il NRF crede che la stabilità nel paese richieda la creazione di un governo inclusivo basato sui voti legittimi del popolo e che l’Afghanistan abbia un sistema accettabile per il popolo afghano e il mondo.
I risultati degli ultimi 20 anni sono stati sviluppi cruciali nella storia del paese. Non dobbiamo permettere a nessun gruppo di eliminare questi sviluppi in ogni ambito della vita per il popolo afghano. Un Afghanistan stabile richiede un governo inclusivo e accettato che sia legittimo per il popolo del paese e la comunità internazionale”
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– Gli attori regionali e stranieri hanno spesso affermato che in futuro l’Afghanistan dovrebbe avere un governo di coalizione, compresi i talebani. Qual è la posizione della NRF al riguardo?
“I talebani hanno dimostrato di non essere cambiati e di non essere in grado di portare alcuno sviluppo positivo nel paese dopo essere giunti alla guida del paese. Al contrario, la loro forma di governo è una dittatura militare, e non si sono mai arresi all’istituzione di un governo inclusivo, e ancora non credono nelle elezioni, quindi i talebani non potrebbero mai portare stabilità e cambiamenti positivi nella vita delle persone. Non formeranno una coalizione; se accadrà, la coalizione con questo gruppo non risolverà mai il problema dell’Afghanistan”.

– Da quando i talebani hanno preso il potere, diversi attacchi terroristici hanno preso di mira civili afghani. Recentemente un’operazione speciale degli Stati Uniti ha ucciso il leader di al-Qaeda al-Zawahiri. Crede che il paese sia diventato un “paradiso sicuro” per i gruppi terroristici con il potere dei talebani?
“I talebani hanno un legame indissolubile e una fratellanza con la rete al-Qaeda, il gruppo terroristico Ansarullah del Tagikistan, il gruppo terroristico Jundullah dell’Uzbekistan e il gruppo terroristico del Turkestan orientale, e le persone dei gruppi sopra menzionati hanno attualmente rifugi sicuri in Afghanistan”.

– I paesi vicini hanno adottato politiche estere diverse nei confronti dei talebani. Alcuni di loro, in particolare il Turkmenistan e l’Uzbekistan, cercano una cooperazione economica e politica con i talebani. Cosa ne pensa?
“Il NRF ha sempre avvertito dei pericoli terroristici dei talebani per i paesi vicini, e si spera che questi se ne possano rendere conto. I talebani, un gruppo terroristico e radicale con forti legami con al-Qaeda e molti altri gruppi terroristici, sono sempre un pericolo per la sicurezza della regione. Non ci si deve mai fidare dei talebani, perché hanno sempre dimostrato che le loro promesse sono nulle”.

– Perché la comunità internazionale non sostiene la NRF nel contrasto ai talebani, i quali sono stati combattuti dalle truppe statunitensi e occidentali per 20 anni?
“Il NRF vuole avere relazioni con la comunità internazionale mantenendo la propria indipendenza e attende una risposta positiva dal mondo in questo senso.
Certo, abbiamo bisogno di sostegno, di aiuto. Ma il fatto è che sono ancora fermamente convinto che dobbiamo creare una squadra collettiva che sia composta dalla comunità internazionale al fianco delle élite afghane che non sono contente della situazione attuale.
Parlando degli ultimi 20 anni di guerra in Afghanistan è possibile dire che il mondo ha messo in atto tutti i suoi sforzi per cambiare la situazione non riuscendo però ad ottenere risultati stabili. E ora pensano che non ci sia speranza. Tuttavia l’Afghanistan è ancora salvabile, ma non per molto”
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* Articolo in mediapartnership con SpecialEurasia.