di Giuseppe Gagliano –
Secondo un nuovo rapporto di intelligence ripreso dal Wall Street Journal, un numero ristretto ma in via di crescita di membri addestrati dagli americani delle forze speciali d’élite e delle agenzie di intelligence afghane si stanno unendo allo Stato Islamico per combattere i talebani. Alcuni osservatori esprimono preoccupazione per il fatto che queste nuove reclute stiano dotando l’affiliato dello Stato Islamico in Afghanistan di capacità e competenze avanzate che potrebbero rendere il gruppo difficile da sconfiggere nei prossimi mesi o addirittura anni.
Nelle settimane successive alla conquista dell’Afghanistan da parte dei talebani, un piccolo gruppo di combattenti nelle regioni settentrionali del paese ha promesso di impegnarsi nella resistenza armata contro il gruppo. Si unirono sotto Ahmad Massoud, figlio del comandante antisovietico e antitalebano Ahmad Shah Massoud. Tuttavia da allora sembrano essere stati sconfitti e la maggior parte di loro è ora fuggita dal paese, uno sviluppo che a quanto pare segna la fine di tutta la resistenza armata ai talebani da parte di ex membri del governo afghano sostenuto dagli americani. Altri afghani che hanno accesso alle armi, per la maggior parte membri dell’esercito e delle forze di sicurezza, non sono tornati al lavoro da quando i talebani hanno preso il controllo temendo di essere uccisi.
Per ora l’unica resistenza armata ai talebani viene dallo Stato Islamico dell’Iraq e dalla provincia di Siria-Khorasan, noto anche come ISIS-K. Secondo il Wall Street Journal, un numero “relativamente piccolo, ma in crescita” di ex membri delle agenzie di sicurezza e di intelligence afghane, ora si unisce all’ISIS-K. Nel fare questa affermazione il giornale cita “leader talebani, ex funzionari di sicurezza della repubblica afgana e persone che conoscono i disertori”. Alcuni di coloro che si uniscono all’ISIS-K sono stati addestrati alla guerra non convenzionale e alla raccolta di informazioni dagli Stati Uniti, afferma il giornale.
Secondo il rapporto coloro che si uniscono all’ISIS-K sembrano farlo per due motivi: primo, per assicurarsi un reddito regolare, poiché sono rimasti senza salario dal crollo del governo di Kabul sostenuto da Washington. In secondo luogo perché ISIS-K è attualmente l’unico gruppo armato che sta opponendo resistenza ai talebani. Così, oltre a combattere i talebani, gli ex membri delle forze di sicurezza e di intelligence afghane ricevono anche protezione dai combattenti dell’ISIS-K, afferma il giornale.
Tra le vittime dell’attentato dell’ISIS-K all’ospedale militare Sardar Mohammad Daud Khan vi è Hamdullah Mukhles, capo della sicurezza dei talebani: da più parti si pensa che possa essere stato lui il vero obiettivo dell’azione terroristica, costato la vita a 25 persone.