Albania. Interrotti i rapporti diplomatici con l’Iran dopo l’attacco hacker contro le istituzioni

di Alberto Galvi

Pochi giorni dopo che l’Albania aveva interrotto i rapporti diplomatici con Teheran, il ministero dell’Interno albanese ha affermato che i computer della polizia nazionale sono stati obiettivo di un nuovo attacco hacker proveniente dall’Iran. Si tratta del secondo attacco informatico che il paese balcanico ha subito di recente: il primo è stato fatto ai siti web del governo albanese lo scorso luglio, ed il 7 settembre il primo ministro Edi Rama ha accusato l’Iran della matrice dell’attacco. Si trattava della prima volta che Tirana denunciava ufficialmente un attacco hacker, e Rama aveva disposto che i diplomatici iraniani e il personale dell’ambasciata lasciassero entro 24 ore il paese.
L’Iran ha tuttavia respinto l’accusa di essere dietro l’attacco hacker, ed il 10 settembre ha imputato l’azione criminosa ad una reazione alle sanzioni statunitensi.
Su richiesta di Washington e delle Nazioni Unite l’Albania ha accettato ad accogliere membri del MEK, (Mojahedin-e-Khalq), che Teheran considera un gruppo terrorista, e migliaia di abitanti che si sono stabiliti nel corso degli anni in Albania. Nel frattempo l’Iran ha accusato gli Stati Uniti di alimentare il conflitto cybernetico innescato con le sanzioni nei confronti del ministero dell’Intelligence e della sicurezza iraniano.
Le autorità albanesi hanno comunque chiuso i sistemi di controllo dei computer nei porti marittimi, negli aeroporti e nei posti di frontiera.