Algeria. Il MSP denuncia aggressioni e repressione nel campo di Dakhla

di Belkassem Yassine

Attraverso un comunicato stampa il Movimento Saharawi per la Pace (MSP) ha denunciato l’aggressione subita dalla famiglia del suo primo segretario Haj Ahmed Barikallah la settimana scorsa, operata da uomini armati nel campo profughi saharawi di Dakhla, situato a 160 chilometri a est della città algerina di Tindouf.
Nello stesso comunicato il MSP ha anche evidenziato “il clima di insicurezza e intimidazione che regna nel campo di Dakhla”, e ha riferito che “da venerdì un forte dispositivo delle milizie del Polisario ha preso posizione nel campo di Dakhla, e non è escluso che nelle prossime ore si scateni un’ondata di arresti e repressione contro i profughi”.
Il primo segretario del MSP ha criticato l’intolleranza e l’incitamento all’odio fatto circolare tra i profughi, e ha lanciato un appello alle istituzioni europee invitandole a condurre un’indagine e prendere atto dei fatti citati”. Diversi documenti con le prove sono state inviati ai membri del Parlamento europeo e al Servizio esteri dell’Unione Europea, nonché a vari partiti politici spagnoli e organizzazioni internazionali per far conoscere la suddetta aggressione.
Esponendo i dettagli dell’accaduto, la commissione per i Diritti umani del MSP ha precisato che “i campi profughi saharawi di Tindouf sono stati scossi dall’ignobile attacco subito da una famiglia saharawi nel campo di Dakhla giovedì 30 marzo 2023”, “in un abominevole azione di vendetta contro i parenti del primo segretario del MSP per le sue attività politica d’opposizione alle politiche repressive del Polisario”.
La commissione ha precisato che vi sono state “gravi ferite alla gamba e al piede della giovane saharawi Hasina Salem Ahmed e di suo zio Buh Habub”. Per la commissione “queste atrocità sono state commesse nei confronti di saharawi inermi nei campi profughi nella regione di Tindouf per far tacere le voci contrarie al Polisario e per reprimere ogni iniziativa tesa alla ricerca di una soluzione politica negoziata del conflitto nel Sahara”.
Il MSP “chiede la fine degli atti di violenza e delle gravi violazioni ingiustificate contro i profughi saharawi a Tindouf”, e “invita il governo algerino ad assumersi le proprie responsabilità nel proteggere i civili nei campi, in conformità con le norme delle convenzioni internazionali sui diritti umani di cui fa parte”.
La commissione Diritti umani del MSP ha rivolto “un appello urgente” al segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres e al suo inviato personale nel Sahara, Staffan de Mistura, “sulla necessità di un intervento immediato per salvare i profughi saharawi dalla repressione e dagli abusi di uomini armati e dagli attacchi e abusi mirati contro gli oppositori e le loro famiglie a causa delle loro opinioni e posizioni sul conflitto”, sottolineando “la necessità che gli autori di questi atti criminali vengano tradotti davanti al tribunale” algerino e di “creare un meccanismo di monitoraggio per mantenere la sicurezza dei campi e proteggere i loro residenti”.