Algeria. Nessuna novità dopo le elezioni, vince l’astensionismo

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A fronte di un’affluenza al voto di solo il 38,25 per cento (nel 2012 era stata del 43 per cento), le elezioni parlamentari che si sono svolte ieri in Algeria hanno consegnato ancora una volta la vittoria al Fronte di Liberazione Nazionale (Fnl), al governo del paese dal 1962. Il Fnl, che ha preso 164 seggi su 462 (nel 2012 aveva 220 seggi) governerà ancora una volta con l’Unione nazionale democratica (Rnd, 97 seggi), partito dell’ex premier Ahmed Ouyahia e dell’attuale ministro del Lavoro Amar Ghoul
Il presidente Abdelaziz Bouteflika, al potere da 18 anni, potrebbe tuttavia non ripresentarsi per un nuovo incarico, essendo debilitato ed avendo effettuato sempre meno comparse in pubblico.
Terza è arrivata l’alleanza dei partiti islamici (67 seggi), eredi del Fronte islamico di salvezza (Fis), messo fuori gioco con un golpe nel 1992 dopo che aveva vinto le elezioni.
A seguire socialisti e laburisti.
In particolare il calo del prezzo del greggio (l’Algeria è paese Opec con un milione di barili al giorno ed il 60 per cento del bilancio statale è rappresentato dalla vendita degli idrocarburi), la situazione nel paese è difficilissima, con un giovane su tre senza lavoro ed il costo della vita in continua levitazione. Da più parti si teme che la crisi economica possa spingere i giovani (la metà della popolazione ha meno di 30 anni) ad emigrare verso l’Europa.
A questo si aggiunge la presenza di formazioni jihadiste nel sud del paese, al confine con il Mali e il Niger