Alla base incontro di Macron con Biden le tensioni economiche fra USA e UE

di Tiziano Sini

L’incontro tra Biden e Macron, con la visita di quest’ultimo a Washington DC, ha assunto una rilevanza cruciale nelle dinamiche internazionali. La visita è stata l’occasione per il presidente francese di dialogare con l’omologo americano sul conflitto ucraino, ma, soprattutto, per discutere su questioni economiche ritenute dirimenti per gli equilibri occidentali.
Numerosi i temi sul tavolo, così come molte le preoccupazioni, che hanno spinto un “emissario” europeo al cospetto del Presidente americano. Così come notevoli sono state le illazioni che si sono susseguite agli incontri ufficiali e che hanno creato un grande scalpore a livello mediatico soprattutto in Italia.
Che si trattasse di un appuntamento estremamente rilevante era chiaro dal livello in cui era inquadrato l’incontro: visita di Stato, il più alto livello diplomatico. Tuttavia, il viaggio americano di Macron, accompagnato dal ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, dai ministri delle Forze Armate e degli Esteri, Sebastian Lecornu e Catherine Colonna, oltre che da rappresentanti di Total Energies e Edf, è frutto di tensioni che stanno attraversando l’Europa da diversi mesi.
Le conseguenze della guerra stanno pesando come macigni sull’economia europea, soprattutto a causa della crisi energetica; situazione aggravata maggiormente dalle politiche varate dall’amministrazione Biden, definite all’interno dell’Inflation Reduction Act.
Il chiaro piglio protezionistico dell’iniziativa, che vede la predisposizione di misure fortemente distorcenti del mercato, rischia di influenzare i rapporti economici nell’area commerciale nord americana. Dinamiche non accettate di buon cuore dagli alleati europei, preoccupati di essere esclusi dal mercato dalla politica del Buy American; soprattutto, sui settori strategici, come quello dell’automotive, green e dell’high-tech.
Il rischio di una nuova guerra commerciale in sede WTO, dopo la questione del settore aeronautico, ma, soprattutto, la paura di aprire una frattura nel fronte occidentale, in un momento così delicato, hanno fatto propendere le parti per un avvicinamento e per un dialogo costruttivo, come emerso dall’apertura fatta da Biden a Macron.
Nonostante gli esiti positivi e l’apertura americana, non è stata scongiurata una frattura politica nel contesto europeo, dove si è creata una contrapposizione abbastanza evidente sulle future mosse che l’Unione Europea dovrebbe intraprendere.
Da una parte, infatti, la Francia non ha lesinato a lanciare una proposta analoga a quella americana, per evitare danni economici ancora più gravi.
Mentre la Germania non ha fatto attendere una risposta diametralmente opposta, a seguito anche delle parole della presidente Ursula von der Leyen, sul varo di un nuovo fondo sovrano per contrastare la crisi contingente, definito dal ministro delle Finanze tedesco come un pericolo concreto per la competitività e la stabilità dell’UE.
Molti temi quindi sono al momento sul tavolo, essenziali per delineare nelle prossime settimane e mesi, le politiche degli alleati occidentali per il futuro.

* Mondo Internazionale Post.

Articolo in mediapartnership con Giornale Diplomatico.