Altolà del G20 Esteri ad azioni militari della Russia contro l’Ucraina

Lo scopo di Putin è quello di alzare la posta. La Cina pronta a dargli una mano.

di Enrico Oliari

Uno dei temi centrali del G20 Esteri tenutosi nel fine settimana a Liverpool è stato il crescendo di tensioni con la Russia per le manovre militari al confine ucraino. Nei giorni scorsi documenti non classificati ripresi dal Washington Post hanno riportato immagini satellitari che indicano l’ammassamento di 175mila militari con artiglieria e mezzi blindati nelle aree di Yelnya, Boyevo e Persianovka, un numero ben più alto dei 94mila militari russi denunciati da Kiev. La prestigiosa testata statunitense si è spinta oltre e, rifacendosi alle analisi di esperti ha ipotizzato l’esistenza di un piano per incidere l’Ucraina.
Da Mosca si è da subito parlato di una “presenza militare di forze russe sul territorio russo legittima e rispondente al diritto”, come pure è stato fatto notare come si addossino alla Russia colpe e responsabilità in modo pretestuoso, ma a Kiev come in occidente è vivo il timore di un colpo di mano di Vladimir Putin.
Così i ministri degli Esteri di Italia, Usa, Francia, Germania, Canada, Giappone e Gran Bretagna hanno ammonito che “vi saranno enormi conseguenze se la Russia attaccherà l’Ucraina”, garantendo nel documento finale che “Proteggeremo l’integrità territoriale di Kiev”. Nell’invitare alla ripresa del dialogo e della diplomazia, nonché alla trasparenza delle operazioni militari, i ministri degli Esteri del G7 hanno riaffermato l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina, nonché il suo diritto a decidere del proprio futuro senza interferenze esterne o pressioni di alcun genere. E’ stato inoltre ribadito l’impegno del “Quartetto di Normandia” (Francia, Gb, Usa e Russia) per l’attuazione degli accordi di Minsk “al fine di arrivare ad una soluzione del conflitto nell’ucraina orientale”.
La tensione resta quindi alta, nonostante il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov abbia oggi annunciato la disponibilità di Putin ad un nuovo incontro virtuale con il collega statunitense Joe Biden. Tuttavia se è vero che la Cina ha interesse a mantenere buoni rapporti con l’Ucraina, altresì è vero che più crescono le tensioni militari e commerciali con l’occidente, più Pechino e Mosca si avvicinano, e come l’una potrebbe sostenere l’altra, ad esempio nel Consiglio di sicurezza Onu dove entrambe hanno diritto di veto, sulla questione ucraina, più la seconda potrebbe sostenere la prima sul caso di Taiwan.
Al momento Putin si è limitato a chiedere maggiori tutele per la minoranza russa dell’Ucraina e non è escluso che in chiave di trattative arriverà ad alzare la posta mettendo lì il riconoscimento dell’annessione della Crimea, ma non è da escludere che il suo scopo sia anche quello di aggiungere al territorio russo le province ribelli ucraine di Donetsk e Lugansk.