America Latina. La strategia sudamericana del Cremlino

di Francesco Giappichini

In queste settimane i think tank specializzati nell’area latinoamericana fanno i conti con un tema ostico che ha a che vedere con la Russia. Ci si chiede quali saranno le conseguenze, nel medio e lungo termine, del viaggio di Sergej Viktorovič Lavrov in Brasile, Venezuela, Nicaragua e Cuba. Il ministro degli Affari esteri della Federazione Russa ha infatti incontrato di recente i vertici delle quattro nazioni per rafforzare rapporti politici, economici e militari: quattro visite ufficiali dall’agenda molto fitta, segno della volontà, da parte dei Paesi visitati, d’intensificare i rapporti con Mosca. La tappa cui gli esperti hanno dedicato maggiore attenzione è stata quella brasiliana, considerando che le alleanze tra il gigante euroasiatico e le autocrazie caraibiche erano state rinsaldate da molto tempo.
I colloqui col capo dello stato Luiz Inácio Lula da Silva, il suo consigliere speciale Celso Amorim, e l’omologo Mauro Vieira, sono parsi amichevoli. In conferenza stampa il capo della diplomazia russa ha ringraziato Brasilia per la buona comprensione della ”genesi della situazione” in Ucraina, mentre Vieira ha espresso la propria contrarietà alle sanzioni unilaterali antirusse; misure che, secondo il ministro degli Esteri brasiliano, danneggerebbero le economie di molti Paesi, compresi quelli in via di sviluppo. La reazione statunitense è stata immediata, stizzita, e ampiamente dibattuta sui media del mondo intero. John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, ha dichiarato che il “Brasile sta ripetendo a pappagallo la propaganda russa e cinese”, mentre la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha rincarato la dose: Vieira non ha “usato un tono di neutralità” insinuando che Stati Uniti ed Europa non sono interessati alla pace, o peggio condividono la responsabilità della guerra.
Gli strascichi della visita si fanno peraltro sentire anche sul fronte dei rapporti con l’Unione Europea (Ue). Non solo le autorità di Bruxelles hanno annunciato che si metteranno in contatto con i vertici verde-oro per riaffermare che solo l’Ucraina può decidere il momento del cessate-il-fuoco, ma esiste anche un rapporto confidenziale (scritto prima di una riunione ministeriale) secondo cui la posizione brasiliana sulla guerra potrebbe mettere a repentaglio l’accordo tra Ue e Mercosur (Mercado común del Sur). Secondo il testo, l’Ue è “preoccupata per la posizione del Brasile sulla guerra della Russia contro l’Ucraina e per la mancanza d’impegno del Brasile nei confronti del clima e delle questioni ambientali”. E tuttavia “andare avanti nell’accordo Ue-Mercosur sarà di vitale importanza” soprattutto per l’Europa, vista la necessità di rafforzare le sue relazioni con i Paesi latinoamericani di fronte all’approssimazione di Russia e Cina.
In seguito a Caracas, dove si è visto con l’omologo boliviano e il premier di Saint Vincent e Grenadine, Lavrov ha affermato che il “Venezuela è uno dei partner più affidabili della Russia”.
Dopo la visita lampo in Nicaragua Lavrov è sbarcato a Cuba per rafforzare una collaborazione non solo economica, ma anche militare: qui ha riaffermato l’intenzione del Cremlino di ripristinare una base nell’Isola. E innanzi alla stampa ha esposto la strategia russa verso l’area, ossia l’”aumento significativo dell’attenzione che deve essere prestata all’America Latina, a quelle strutture che operano nel continente, in particolare la Celac”.