di Giuseppe Gagliano –
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è recato in Angola in un momento di grande rilevanza geopolitica e strategica per l’Africa. Il suo viaggio è volto a sostenere un ambizioso progetto ferroviario finanziato dagli USA che collegherà la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e lo Zambia al porto di Lobito, sulla costa atlantica dell’Angola. Questo corridoio infrastrutturale non è solo un progetto logistico, ma un’iniziativa strategica per diversificare le rotte di esportazione dei minerali critici, riducendo così la dipendenza globale dalla Cina nella catena di approvvigionamento delle risorse minerarie essenziali per le tecnologie avanzate.
Il corridoio ferroviario Lobito è stato concepito come una soluzione per facilitare l’esportazione di minerali strategici come il cobalto e il rame dai giacimenti della RDC e dello Zambia verso i mercati globali, attraverso un’alternativa efficiente e sicura. Questo progetto si inserisce in un contesto di competizione globale per il controllo delle risorse africane. La Cina da anni domina il panorama minerario del continente attraverso accordi infrastrutturali e commerciali che le hanno garantito accesso preferenziale ai minerali strategici per il suo sviluppo tecnologico e industriale. Gli Stati Uniti, attraverso il sostegno al corridoio Lobito, puntano a bilanciare questa influenza cinese proponendo un modello di cooperazione che promette trasparenza e sostenibilità e benefici condivisi.
La scelta di Angola, RDC e Zambia non è casuale. La RDC è il più grande produttore mondiale di cobalto, una risorsa indispensabile per la produzione di batterie elettriche, mentre lo Zambia è uno dei principali produttori di rame. L’Angola, con la sua posizione geografica strategica e il porto di Lobito, rappresenta la porta d’accesso naturale per queste risorse verso l’Atlantico e i mercati occidentali. Il progetto mira quindi a consolidare una nuova rotta commerciale che sia non solo più efficiente, ma anche meno vulnerabile alle influenze geopolitiche
La visita di Biden avrà anche una dimensione politica e diplomatica. Gli Stati Uniti puntano a rafforzare le loro relazioni bilaterali con i paesi coinvolti promuovendo al contempo l’Africa come partner strategico in un mondo sempre più multipolare. Il corridoio Lobito viene presentato come un simbolo di questa nuova era di cooperazione. Una collaborazione che secondo Washington non si limiterà allo sfruttamento delle risorse, ma includerà investimenti nella formazione della forza lavoro nella sostenibilità ambientale e nello sviluppo di infrastrutture critiche per le comunità locali.
Tuttavia il progetto non è privo di sfide. La costruzione del corridoio ferroviario richiederà un impegno economico significativo, oltre a una stretta collaborazione tra i governi coinvolti e il settore privato. Inoltre sarà cruciale affrontare le questioni legate alla sicurezza e alla governance in paesi come la RDC, dove l’instabilità politica e i conflitti interni rappresentano ancora una minaccia per gli investimenti stranieri. Gli Stati Uniti dovranno anche dimostrare che il loro modello di cooperazione è effettivamente vantaggioso per i paesi africani superando il sospetto che si tratti di una mera contrapposizione alla Cina, piuttosto che di una strategia a lungo termine per il beneficio reciproco.
In questo scenario la visita di Joe Biden assume un significato simbolico e pratico straordinario. Non è solo una missione diplomatica, ma un tentativo di ridisegnare le mappe geopolitiche ed economiche dell’Africa proponendo un’alternativa al dominio cinese e riaffermando il ruolo degli Stati Uniti come leader globale in un momento di grandi trasformazioni. L’Angola, la RDC e lo Zambia sono al centro di questa visione Una visione che potrebbe ridefinire il futuro del commercio globale delle risorse critiche e il ruolo dell’Africa in questo nuovo ordine mondiale.