Ankara all’Armenia, ‘chiudere la centrale di Metsamor’

di Giacomo Dolzani –

I già da anni degradati rapporti diplomatici tra Turchia ed Armenia, caratterizzati da una storia fitta di contrasti e recriminazioni reciproche, rischiano di peggiorare ulteriormente dopo la richiesta, avanzata da Ankara, di chiudere la centrale nucleare armena di Metsamor.
A dire della Turchia infatti la centrale, costruita negli anni ’70, è obsoleta e pericolosa non solo per la regione ma per l’intero pianeta, in quanto i sistemi di sicurezza, in caso di incidente, risulterebbero inefficaci.
La centrale, costruita sotto l’Unione Sovietica e chiusa, dopo pochi anni di operatività, nel 1988 a causa del forte terremoto di Spitak, è stata rimessa parzialmente in attività nel 1995, suscitando le proteste della comunità internazionale, Unione Europea e Turchia in primis.
Attualmente è in funzione solo uno dei due reattori ma, con una potenza di 408 MW, supplisce per il 40% del fabbisogno energetico nazionale dell’Armenia e, di conseguenza, un eventuale spegnimento costituirebbe un problema notevole per Yerevan.
Il governo armeno ha già in programma la costruzione di una nuova centrale nucleare che produrrebbe circa 1000MW, per un costo, 4 miliardi di dollari, che rappresenta oltre il 20% del PIL nazionale (18 miliardi), ma la fine dei lavori sarebbe prevista per il 2016 e, fino ad allora, l’impianto di Metsamor rimarrebbe in attività.
Ankara quindi, tramite il suo ministro per l’Energia Taner Yildiz, ha annunciato la decisione di richiedere una nuova ispezione dei tecnici dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) che, nel 2007, avevano però già dato un parere positivo sulle condizioni della centrale nonostante la sua età.
Un eventuale responso negativo degli ispettori potrebbe creare dei gravi problemi ad uno stato come l’Armenia che, se si vedesse imposto lo spegnimento di Metsamor, si troverebbe obbligato a comprare quasi la metà della sua energia elettrica da paesi confinanti storicamente ostili, come l’Azerbaigian o la stessa Turchia oppure da Iran e Russia, cosa che sicuramente avvantaggerebbe Ankara ed il suo satellite Baku, viste le parecchie dispute in cui i tre si trovano coinvolti.