Arabia Saudita. Il Regno alla ricerca di sistemi missilistici da difesa: guarda anche a Israele

di Giuseppe Gagliano

L’Arabia Saudita, di fronte a crescenti minacce al suo spazio aereo a causa degli scambi missilistici nella regione, sta seriamente valutando l’acquisto di sistemi di difesa aerea coreani e israeliani come alternativa meno costosa rispetto al sistema Patriot degli Stati Uniti. Questa decisione è influenzata da due fattori principali: il costo elevato del sistema Patriot e la necessità di una protezione più immediata ed efficace contro gli attacchi missilistici, in particolare da parte dei ribelli houthi sostenuti dall’Iran nello Yemen.
Riyad ha già mostrato interesse per il sistema KM-SAM della Corea del Sud, che offre una soluzione a medio raggio efficace contro missili balistici e aerei, e potrebbe rappresentare una scelta strategica sia dal punto di vista economico che operativo. Questo sistema è considerato un’alternativa valida non solo per la sua efficacia, ma anche per il suo costo inferiore rispetto ai sistemi statunitensi, rendendolo un’opzione interessante per il Regno.
In parallelo l’Arabia Saudita sta esplorando la possibilità di acquisire sistemi di difesa israeliani come l’Iron Dome o il Barak ER, un’opzione che fino a pochi anni fa sarebbe stata impensabile. Questa possibilità riflette un cambiamento significativo nella geopolitica regionale, dove l’Arabia Saudita cerca di diversificare le sue fonti di approvvigionamento militare, riducendo al contempo la dipendenza dagli Stati Uniti e aumentando la cooperazione con altri paesi in Medio Oriente.
La strategia di Riyad non solo risponde alle immediate esigenze di sicurezza, ma rappresenta anche una mossa più ampia per rafforzare la propria autonomia in ambito militare, in un contesto regionale sempre più complesso e instabile.