Arabia Saudita: per Fmi economia ha dimostrato forte resilienza agli shock

Il Fondo Monetario Internazionale ha affermato che l’Arabia Saudita ha dimostrato una forte resilienza agli shock esterni, grazie ai progressi compiuti nella diversificazione della propria attività economica.

In una dichiarazione rilasciata oggi, che segna la conclusione delle consultazioni ai sensi dell’Articolo IV del Consiglio Esecutivo con il Regno del 28 luglio, il Fondo ha aggiunto che il PIL non petrolifero è cresciuto del 4,5% nel 2024, trainato dai settori del commercio al dettaglio, dell’ospitalità e dell’edilizia.

Ha osservato che, allo stesso tempo, i tagli alla produzione previsti dall’accordo OPEC+ hanno portato la produzione di petrolio a rimanere a 9 milioni di barili al giorno, con un conseguente calo del 4,4% del PIL petrolifero, portando la crescita complessiva al 2%.

Il Fondo ha affermato che l’inflazione è rimasta contenuta, con gli affitti delle abitazioni in continua diminuzione e che il tasso di disoccupazione per i cittadini sauditi è sceso a un minimo storico.

Allo stesso tempo, i tassi di disoccupazione giovanile e femminile si sono dimezzati in un periodo di quattro anni. Il saldo delle partite correnti è passato da un surplus del 2,9% del PIL nel 2023 a un deficit dello 0,5% del PIL, finanziato sempre più attraverso prestiti esteri e una riduzione dell’accumulo di attività in valuta estera all’estero.

Il Fondo ha osservato che le attività estere nette della Banca Centrale dell’Arabia Saudita (SAMA) si sono stabilizzate a 415 miliardi di dollari, coprendo il 187% del parametro di adeguatezza delle riserve del FMI.

Ha affermato che il settore bancario rimane solido, ben capitalizzato e redditizio, con i prestiti in sofferenza ai livelli più bassi dal 2016.

Il Fondo prevede che la forte domanda interna, compresi i progetti guidati dal governo, continuerà a trainare la crescita non petrolifera oltre il 3,5% nel medio termine, nonostante la crescente incertezza e il calo dei prezzi delle materie prime.

Ha attribuito questo risultato alla continua attuazione dei progetti Saudi Vision 2030 e all’organizzazione di importanti eventi internazionali. Nel complesso, si aspetta un’accelerazione della crescita del PIL reale al 3,9% entro il 2026.

Ha affermato che la continua eliminazione graduale dei tagli alla produzione previsti dall’accordo OPEC sosterrà la crescita, sottolineando che l’inflazione rimarrà contenuta, mentre si prevede che il disavanzo delle partite correnti persisterà nel medio termine a causa dell’aumento delle importazioni legate agli investimenti e dei deflussi derivanti dalle rimesse dei lavoratori espatriati.

Si aspetta che le riserve di liquidità rimangano adeguate, poiché si prevede che il disavanzo delle partite correnti sarà finanziato attraverso prelievi dai depositi, un limitato accumulo di attività in valuta estera all’estero e un aumento dell’indebitamento estero.

Aggancio al dollaro USA
I direttori del FMI hanno convenuto che l’ancoraggio al dollaro USA rimane appropriato e hanno accolto con favore i miglioramenti nella gestione della liquidità.

Hanno osservato che le operazioni monetarie dovrebbero continuare a concentrarsi sulla stabilizzazione della liquidità a breve termine senza stimolare la crescita degli asset e del credito.

I Direttori del FMI hanno inoltre elogiato le autorità per i progressi compiuti nel rafforzamento delle istituzioni fiscali e le hanno esortate a proseguire gli sforzi per migliorare il quadro di bilancio a medio termine.

Hanno incoraggiato l’attuazione di una regola fiscale basata sulla spesa, il miglioramento dell’esecuzione del bilancio e l’attuazione di un quadro completo per la gestione delle attività e delle passività sovrane.

I Direttori hanno accolto con favore i significativi progressi nella trasparenza fiscale, con una migliore analisi fiscale e divulgazione dei dati, e gli sforzi in corso per analizzare i rischi, comprese le passività potenziali, e hanno incoraggiato ulteriori progressi in questi ambiti. Hanno sottolineato il restringimento degli spread sovrani a seguito delle recenti emissioni obbligazionarie, a dimostrazione della crescente fiducia degli investitori nella sostenibilità delle politiche fiscali.