di Giuseppe Gagliano –
La cessione dell’isola di Tiran dall’Egitto all’Arabia Saudita, decisa nel 2016 e completata sotto la presidenza di Abdel Fatah al-Sissi, ha suscitato in passato proteste popolari al Cairo per ragioni di sovranità e sicurezza. Oggi quell’atto si rivela una delle mosse più strategiche per i piani di Vision 2030 e per il progetto NEOM, il mega-hub futuristico saudita nel nord-ovest del Paese.
Tiran è un’isola rocciosa ma di grande rilevanza geostrategica: domina l’imboccatura dello stretto di Tiran, il passaggio che collega il Mar Rosso al golfo di Aqaba, rotta vitale per i porti di Eilat (Israele) e Aqaba (Giordania). La sua storia è segnata da conflitti: il blocco egiziano del 1956 e del 1967 contribuì a due guerre arabo-israeliane. Il trasferimento a Riad è avvenuto previo accordo con Israele e USA, che hanno ottenuto garanzie sul libero passaggio navale.
Nel quadro del progetto NEOM, Riad intende trasformare Tiran in resort per ultra-ricchi, con zero imposta patrimoniale e regolamentazioni fiscali speciali per attrarre investitori e visitatori high-net-worth. L’idea è creare un “gioiello” marittimo che si affacci sul corridoio turistico Mar Rosso-Mediterraneo, sfruttando spiagge incontaminate e barriere coralline, connesso alle altre zone speciali di NEOM come The Line e Oxagon.
Il passaggio di sovranità ha richiesto una complessa mediazione trilaterale tra Egitto, Arabia Saudita e Israele. L’ONU mantiene un contingente di osservatori (MFO) nella vicina isola di Sanafir e su Tiran stessa per garantire che l’isola resti smilitarizzata e aperta alla navigazione. Per l’Arabia Saudita, controllare Tiran significa rafforzare la propria proiezione sul Mar Rosso, in un contesto in cui la regione è cruciale per i traffici energetici e per le rotte tra Europa, Asia e Africa Orientale.
Per l’Egitto la cessione è stata una scelta pragmatica: in cambio ha ottenuto aiuti finanziari e investimenti sauditi, essenziali per sostenere un’economia in crisi e un debito in crescita. Per Riad, l’integrazione di Tiran nel distretto di NEOM rappresenta un valore aggiunto turistico e immobiliare: un tassello per diversificare il PIL e ridurre la dipendenza dal petrolio, in linea con la strategia Vision 2030 del principe ereditario Mohammed bin Salman.
Resta da vedere come il progetto di resort esclusivo si concilierà con la necessità di proteggere un ecosistema marino fragile e con le sensibilità politiche di Israele e Giordania sul controllo del traffico navale. Inoltre, la stabilità della regione dipenderà dalla capacità di Riad di mantenere l’isola fuori da tensioni militari, garantendo continuità agli accordi di Camp David e alla pace sul Mar Rosso.












