di Paolo Menchi –
Il 24 dicembre 2024 il governo di Javier Milei ha celebrato il suo primo anno alla Casa Rosada, un periodo segnato da riforme economiche radicali, tagli alle spese pubbliche e un’agenda politica che ha suscitato non poche polemiche, tanto in patria quanto all’estero. Il presidente argentino ha rivendicato i risultati ottenuti, mostrando ottimismo riguardo alla discesa dell’inflazione, ma le sue politiche hanno avuto anche conseguenze devastanti per le fasce più vulnerabili della popolazione, già segnate da una crescente povertà.
In un messaggio alla nazione, Milei ha celebrato il “successo” delle sue misure, tra cui una drastica riduzione dell’inflazione dal 25,5% nel dicembre 2023 al 3,5% nel settembre 2024. Tuttavia, le sue politiche di austerità, che comprendono la chiusura di ministeri, il licenziamento di migliaia di dipendenti pubblici e il taglio dei fondi per sanità, educazione e pensioni, hanno avuto un impatto devastante sulle classi meno abbienti. Più di cinque milioni di argentini sono precipitati nella povertà, portando il totale delle persone in condizione di indigenza a circa 23 milioni, ossia quasi la metà della popolazione.
La perdita di potere d’acquisto e la paralisi delle opere pubbliche hanno fatto aumentare il tasso di disoccupazione, mentre il ricorso alla repressione nelle manifestazioni di protesta ha scatenato un ampio malcontento sociale. Questo clima di malessere è stato aggravato dalla crescente disuguaglianza e dalla percezione di una gestione del potere che non solo ha ignorato i bisogni della maggioranza della popolazione, ma ha anche concentrato risorse nella propria amministrazione, con aumenti di bilancio per uffici come la Segreteria Generale della Presidenza.
Le politiche di Milei non sono passate inosservate nemmeno all’estero. In Germania, alcuni esponenti politici, come Christian Lindner, leader del partito liberale FDP, hanno elogiato il modello di Milei, ritenendolo un esempio di riformismo liberale. Tuttavia, alcuni giornali tedeschi, come Die Zeit, hanno criticato questa posizione, sottolineando che il contesto argentino è profondamente diverso da quello tedesco. L’Argentina, con un PIL pro capite significativamente più basso rispetto alla Germania, ha affrontato decenni di crisi economiche e una grave instabilità che ha reso le sue politiche di austerità estremamente rischiose.
D’altra parte, Die Welt ha riconosciuto che alcune riforme di Milei, come la riduzione dell’inflazione e l’aumento dell’offerta di abitazioni, potrebbero avere degli effetti positivi nel lungo termine, anche se non è certo che questi risultati possano compensare l’aumento della povertà e l’ulteriore declino della qualità della vita di milioni di argentini. In generale, gli esperti sono divisi sulla possibilità che il modello di Milei possa essere adattato ad altri contesti, come quello europeo.
Il governo di Milei sta cercando di consolidare i suoi risultati economici con una serie di riforme che mirano a ristrutturare l’economia argentina e a rilanciare la crescita. Tuttavia, la sfida più grande sarà affrontare i problemi strutturali che hanno portato l’Argentina a una situazione di stallo economico, tra cui l’alto tasso di disoccupazione, la bassa competitività industriale e la disuguaglianza sociale.
Anche a livello regionale, una Argentina stabile è fondamentale per il Mercosur e per il rafforzamento dei legami economici con paesi come il Brasile, ma il cammino di Milei sembra essere in salita. Le sue politiche, pur centrando alcuni obiettivi macroeconomici, potrebbero mettere a rischio la coesione sociale e il benessere dei più deboli, rischiando di minare la fiducia della popolazione nel governo e di far lievitare ulteriormente il malcontento.
In conclusione, mentre alcuni osservano con speranza le promesse di riforma di Milei, molti altri temono che le sue politiche economiche portino l’Argentina su una strada ancora più tortuosa, con un impatto devastante per le persone che più avrebbero bisogno di un cambiamento positivo. Il futuro del paese sembra dipendere dalla capacità del presidente di bilanciare le sue misure di austerità con politiche che rispondano ai bisogni delle fasce più vulnerabili della società.