Argentina. Il Senato respinge il ddl sull’aborto: rimane in vigore la legge del 1921

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Il Senato argentino ha respinto con 38 voti contrari e 31 favorevoli il disegno di legge che avrebbe legalizzato l’interruzione di gravidanza entro le prime quattordici settimane. Si tratta di una sonora sconfitta per i movimenti abortisti del paese, arrivata dopo che lo scorso 14 giugno la Camera aveva dato il proprio via libera con una maggioranza risicata di soli 4 voti, 129 voti a favore, 125 contrari e un astenuto.
Rimane così in vigore la legge introdotta quasi un secolo fa, nel 1921, che autorizza l’aborto solo quando la gravidanza sia frutto di uno stupro o vi sia pericolo per la vita della madre.
Alla notizia militanti pro abortisti hanno lanciato bottiglie ed oggetti contro l’inferriata del Senato e contro i manifestanti delle associazioni pro vita. In particolare contro il progetto di legge si è scagliata la Chiesa cattolica, con l’arcivescovo di Buenos Aires, Mario Poli, che ha sostenuto che “il disegno di legge mette degli esseri umani indifesi e vulnerabili che si trovano in gestazione, in una strada senza uscita, senza possibilità di difendersi, senza giudizio né processo”.