Armenia. Giornata di manifestazioni pro e contro il governo

Pashinyan ora vuole una nuova Costituzione.

di Guido Keller-

La crisi politica che ha investito l’Armenia sin dall’ultimo conflitto del Nagorno-Karabakh sembra non arrestarsi, con il paese diviso tra chi continua a sostenere l’attuale primo ministro Nikol Pashinyan, simbolo della “rivoluzione colorata” del 2018, e chi invece si è schierato con le forze armate e con l’opposizione. Nella giornata di ieri Pashinyan ha incontrato il presidente armeno Armen Sarkissian per discutere la situazione politica nazionale, che ha visto nell’arco di tutta la giornata l’organizzazione di tre diverse manifestazioni nella capitale Erevan.
La prima protesta era stata organizzata dall’ex presidente Levon Ter-Petrosyan e dal suo partito Congresso Nazionale Armeno per commemorare le dieci vittime che persero la vita durante gli scontri di strada a seguito delle elezioni del 2008; la seconda protesta organizzata dal Movimento di Salvezza Nazionale ha visto alcuni partecipanti riuscire ad entrare in un edificio pubblico governativo, ammonimento per il governo in carica. In risposta a queste proteste il primo ministro Pashinyan ha organizzato una terza manifestazione a cui hanno preso parte persone provenienti da diverse regioni del paese.
Durante il discorso ai suoi sostenitori Pashinyan ha dichiarato che l’Armenia potrebbe cambiare il proprio sistema politico trasformandosi in una repubblica semi-presidenziale. Il primo ministro armeno ha inoltre individuato nell’attuale Costituzione una causa della crisi politica interna e auspicato nell’adozione di una nuova Costituzione o di una serie di emendamenti costituzionali.