Armenia. Tre soldati armeni vittime degli scontri con gli azeri

Cs Consiglio per la comunità armena di Roma

L’Azerbaigian, con una nota diramata ieri dalla sua rete diplomatica, ha denunciato le “provocazioni armene” con riferimento a quanto accaduto in data 11 gennaio, allorchè un violento scambio a fuoco, durato alcune ore, ha provocato la morte di tre soldati armeni e di un milite azero.
Il Consiglio per la comunità armena di Roma ha affermato in un comunicato che “il regime di Aliyev ha incolpato la parte armena di quanto accaduto”, come avvenne nel 2020 “per giustificare l’aggressione armata al Nagorno Karabakh (Artsakh), che si concluse 44 giorni dopo e con migliaia di vittime anche civili”.
Nella nota tuttavia vene sottolineato che “anche questa volta che il teatro degli ultimi incidenti si trova due chilometri e mezzo nel territorio sovrano della repubblica di Armenia”, e che “dallo scorso mese di maggio, centinaia di soldati dell’Azerbaigian sono penetrati nel territorio dell’Armenia occupando favorevoli posizioni sulle alture più elevate oltre la linea di confine internazionale; da mesi si susseguono azioni di disturbo che hanno provocato la morte di decine di soldati armeni, il ferimento o la cattura di molti altri”.
“È giunto il momento – continua la nota del Consiglio per la comunità armena di Roma – che l’Europa e l’Italia impongano al regime di Aliyev l’immediata cessazione di ogni ostilità e provocazione, il rilascio di tutti i prigionieri di guerra ancora detenuti illegalmente in Azerbaigian e la definitiva risoluzione pacifica del contenzioso sul Nagorno Karabakh che confermi il diritto all’autodeterminazione del suo popolo e il rispetto dei confini”.