Asean. La politica cinese di buon vicinato

Ne parliamo con Lorenzo Riccardi, della Camera di commercio italiana in Cina.

a cura di Francesco Giappichini –

Il 10 ottobre a Vientiane si è celebrato il 27mo incontro dei leader di Cina e Asean (Association of southeast asian nations), in inglese Chairman’s statement of the 27th Asean-China summit. Obiettivo, aggiornare l’Asean–China free trade area (Acfta): l’Area di libero scambio dell’Asean e della Cina, la terza free trade area al mondo per estensione, è giudicata da vari analisti come un successo solo parziale; mentre l’”Atlante geopolitico” di Treccani la etichetta come una “simbiosi complessa”. È proprio così? Per saperne di più abbiamo sentito il presidente della Camera di commercio italiana in Cina, Lorenzo Riccardi. Dottore commercialista con lunga esperienza nei mercati orientali, bergamasco, è specializzato in fiscalità internazionale.
È attivo da molti anni a Shanghai: insegna Fiscalità presso l’Università Jiao Tong di Shanghai, uno dei più antichi e autorevoli atenei del Paese, ed è ricercatore universitario di Fiscalità e commercio internazionale allo Shanghai University. È inoltre membro dell’American Institute of certified public accountants (Aicpa), del Certified practising accountant Australia, del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec), del Registro dei revisori legali, e dell’International affiliates of the Hong Kong institute of certified public accountants. È anche partner dello studio di consulenza Rsa – Riccardi studio associato, specializzato in Asia e paesi emergenti.
Qui si occupa di Diritto commerciale e Diritto tributario, seguendo gli investimenti stranieri in Cina e Sudest asiatico.

– Quanto sono importanti, per Pechino, le relazioni economiche e commerciali con il blocco dell’ASEAN?
L’ASEAN rappresenta un mercato di rilevanza strategica per la Cina, offrendo opportunità di collaborazione in settori come commercio, investimenti e sviluppo infrastrutturale. Sul piano economico, il prodotto interno lordo complessivo della regione supera i 3600 miliardi di dollari, sostenuto da una delle crescite più rapide: 4,2% nel 2023 e 4,6% nel 2024, secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale. La Cina ha confermato il Sud-est asiatico come suo primo partner commerciale nel 2023, con un valore di scambi bilaterali pari a 911 miliardi di dollari, superiore al volume aggregato di import ed export registrato da Pechino con l’Unione europea (783 miliardi di dollari) e gli Stati Uniti (664 miliardi di dollari). Tra le economie dell’ASEAN, la Cina ha registrato i maggiori flussi commerciali con il Vietnam (229 miliardi di dollari), seguito da Malesia (190 miliardi di dollari), Indonesia (139 miliardi di dollari), Thailandia (126 miliardi di dollari) e Singapore (108 miliardi di dollari)“.

– Le relazioni sino-vietnamite beneficiano di una spinta concreta dopo la visita del presidente Xi Jinping a dicembre ’23? Sarà accolto l’invito a far parte di una «Comunità di destino comune» o la “diplomazia del bambù” rimarrà inalterata?
A dicembre 2023 il presidente Xi Jinping ha visitato il Vietnam, in occasione del 74mo anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. La visita ha portato alla firma di 36 accordi di cooperazione, evidenziando un impegno reciproco nella promozione delle relazioni commerciali e degli investimenti. La Cina è da molti anni il principale partner commerciale del Vietnam, mentre il Vietnam è il maggiore partner della Cina nell’ASEAN e il quarto a livello mondiale. Nel 2023 la Cina ha investito quasi quattro miliardi di dollari in oltre 600 progetti in Vietnam, in settori chiave quali automotive, energia, tessile e trasporti, per un totale di 27 miliardi di dollari in 4161 progetti cinesi complessivi nel Paese“.

– Sotto il profilo economico, l’Indonesia guarda sempre più a Pechino, anziché all’occidente. Si pensi agli investimenti cinesi nell’arcipelago. Questo scenario potrebbe essere turbato dall’«assertività» di Pechino nel Mar Cinese Meridionale?
Per l’Indonesia, la prima economia per prodotto interno lordo tra i Paesi ASEAN, la Cina costituisce il principale partner commerciale, mentre l’Indonesia rappresenta il terzo partner commerciale della Cina nella regione. Nel 2023 il valore degli scambi bilaterali tra le due economie ha raggiunto i 139 miliardi di dollari, con la Cina come una delle principali fonti di investimenti, contribuendo con oltre 7,3 miliardi di dollari. A ottobre 2023 l’Indonesia ha inaugurato la sua prima rete ferroviaria ad alta velocità, con un viaggio del presidente Joko Widodo sul treno tra Giacarta e Bandung. Una linea di 140 chilometri costruita da aziende cinesi e indonesiane, che permette di viaggiare a 350 chilometri orari e facilita il commercio nella regione; in questo contesto le relazioni economiche sembrano prevalere sulla geopolitica“.

– Tra Cina e Filippine, dopo che a Manila si è insediato un governo meno filo-cinese del precedente, va in scena un’escalation di rivendicazioni territoriali. I rapporti economici tra i due Paesi ne risentiranno in modo significativo?

Nel 2023 la Cina ha esportato verso le Filippine prodotti manifatturieri, elettronici e macchinari per un valore di 50 miliardi di dollari, e ha importato beni per 20 miliardi di dollari, tra cui prodotti agricoli e minerali. Negli ultimi cinque anni la Cina ha investito oltre 10 miliardi di dollari in infrastrutture nelle Filippine, realizzando progetti chiave come la costruzione di porti, autostrade e ferrovie. Le relazioni tra Cina e Filippine sono variate nei tempi recenti in relazione alle tensioni territoriali, soprattutto a seguito della politica del presidente Ferdinand Marcos Junior, che ha adottato una posizione più allineata agli Stati Uniti rispetto al suo predecessore Rodrigo Duterte, noto per un approccio più conciliante verso Pechino. Tuttavia, gli interessi economici restano prevalenti e il commercio bilaterale, soprattutto in settori come quello manifatturiero, resta solido, e la Cina continua a essere uno dei principali partner commerciali e investitori nelle Filippine“.

– Dal canale finanziato da Pechino, per collegare il Mekong alla provincia di Kep, ai retroscena sulla Base navale di Ream. La Cambogia si sta trasformando in una provincia cinese?
Gli investimenti cinesi giocano un ruolo cruciale nella trasformazione economica e infrastrutturale della Cambogia. Negli ultimi anni la maggior parte degli investimenti cinesi si è concentrata sulle infrastrutture e sull’energia, con progetti per bacini idroelettrici, centrali a carbone, autostrade e l’Aeroporto Techo International. La costruzione del Canale Funan Techo, finanziato dalla Cina, è iniziata in agosto e durerà quattro anni; il canale collegherà Phnom Penh alla Provincia di Kep, migliorando la connettività e trasformando la Cambogia in un nuovo hub logistico nel Sud-est asiatico. Questo progetto ridurrà la dipendenza commerciale dal Vietnam, tramite il quale transita circa il 33% del commercio estero della Cambogia. Di certo Phnom Penh si conferma un alleato strategico di Pechino nell’area dell’Indocina“.