Australia. Il premier Morrison ha annunciato 8mila dosi di vaccino AstraZeneca alla PNG

di Alberto Galvi

L’Australia fornirà 8mila dosi di vaccino AstraZeneca alla PNG (Papua Nuova Guinea) mentre la nazione insulare sta lottando con un focolaio di coronavirus. Il premier Scott Morrison ha annunciato che le dosi sarebbero state inviate immediatamente, insieme ad altre apparecchiature di terapia intensiva.
Il governo australiano ha chiesto ad AstraZeneca e all’Ue di rilasciare un milione di dosi di vaccino Covid-19 per far fronte all’ondata di casi nella PNG. L’Ue aveva dichiarato che qualsiasi spedizione di vaccino doveva essere autorizzata dagli Stati membri prima che fosse esportata fuori dall’Unione. All’inizio di marzo, usando il meccanismo introdotto alla fine di gennaio dalla stessa Ue, l’Italia ha bloccato 250mila dosi del vaccino AstraZeneca dirette all’Australia.
Il Paese oceanico inizierà a vaccinare gli operatori sanitari in prima linea della PNG, nonché i residenti dei villaggi nella provincia occidentale colpita dal coronavirus lungo il confine nord dell’Australia. Centinaia di medici e infermieri sono stati infettati, in alcuni casi a causa della mancanza di dispositivi di protezione.
Il fragile sistema sanitario della PNG è sottoposto a enormi pressioni. Ufficialmente ci sono 2mila casi positivi nel Paese, ma si pensa che il numero reale sia molto più alto. Il numero di casi nella PNG sta crescendo in modo esponenziale, anche se sono pochi tamponi effettuati in tutto l’arcipelago, con circa 55mila tamponi che sono stati effettuati durante l’intera pandemia su una popolazione di quasi 9 milioni di persone.
Anche se possono proteggere solo 4mila persone, le 8mila dosi di vaccino destinate dall’Australia si riveleranno utili. Non è possibile ottenere l’immunità di gregge in questo modo, ma se vengono utilizzati per gli operatori sanitari e forse qualsiasi eccesso riservato ai gruppi vulnerabili, sarà comunque cosa ben fatta.
Lo Stato australiano del Queensland sta aiutando la PNG a eseguire i tamponi e avviando un programma di vaccinazione di massa dei residenti delle sue isole nello stretto di Torres, alcune delle quali si trovano a 4 km dalla terraferma della PNG.
In Australia c’è anche la preoccupazione che l’epidemia possa diffondersi, con il premier Morrison che ha annunciato la cancellazione dei voli charter e dei viaggi in partenza dalla PNG per le prossime due settimane. Inoltre sono stati vietati dal marzo dello scorso anno i viaggi tradizionali tra i villaggi della PNG e le isole australiane, di solito senza restrizioni, ma permangono i timori che il virus possa essere portato in Australia attraverso lo stretto di Torres.
Attualmente l’Australia ha stipulato contratti per l’acquisizione di 53,8 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca. Il farmaco richiede due dosi per persona, il che significa che teoricamente ce ne saranno abbastanza per vaccinare l’intera popolazione adulta. Con una minima parte che saranno importate dall’estero, mentre la maggioranza delle dosi saranno prodotte dalla società di biotecnologia CSL con sede a Melbourne. Il virus è in gran parte sotto controllo in Australia, con meno di 30mila casi riconosciuti fino ad oggi in un Paese di 25 milioni di persone.
Nella PNG il numero di casi di contagio è basso con 2.351 casi positivi confermati. In molti luoghi al di fuori della capitale, come Port Moresby, non si sono ancora effettuati tamponi. Fonti del governo della PNG affermano che il tasso effettivo di casi potrebbe essere 10 volte la cifra ufficiale. Port Moresby con oltre mille casi confermati rimane il centro dell’epidemia del Paese.
Inoltre per almeno due settimane nella miniera Ok Tedi sono state sospese le attività lavorative, dove i test hanno rivelato massicci tassi di infezioni tra i lavoratori. La chiusura della miniera costerà circa 58 milioni di dollari al Tesoro della PNG. Il personale verrà rimpatriato nelle province di origine.