Biden, ‘c’è il rischio dell’Armageddon nucleare’. Ma poi viene smentito dai suoi

di Enrico Oliari

Nella guerra di comunicazione tra occidente e Russia c’è da segnalare l’ennesima sparata del presidente Usa Joe Biden, detta in un contesto informale ma con giornalisti presenti: per il capo della Casa Bianca “per la prima volta dalla crisi dei missili a Cuba” sussiste il rischio di “un Armageddon nucleare”. Una retorica infuocata, ben collegata alle dichiarazioni rese alla Bbc dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui le autorità russe starebbero preparando la popolazione ad una risposta nucleare e comunque i russi “non sono ancora sul punto di usarle, non sanno se le useranno o meno, ma penso che sia pericoloso anche solo che ne parlino”. Zelensky ha tuttavia smentito di aver chiesto alla Nato un attacco nucleare preventivo nei confronti della Russia, sostenendo di essere stato frainteso.
L’alzare i toni ha lo scopo di istillare nell’opinione pubblica se non la paura quanto meno l’irrequietezza, ma nella gara di chi riesce a imbruttire di più il diavolo appaiono palesi interessi e necessità, con Zelensky perennemente alla ricerca di armi sempre più potenti dall’occidente, ed il capo del primo paese produttore di armi al mondo interessato a venderle. E’ di due giorni fa l’ennesimo invio di armi statunitensi, questa volta per 625 milioni di dollari, all’Ucraina, compresi missili Himars, munizioni e veicoli corazzati.
Due giorni fa ci si è messo pure il britannico The Times, il quale ha riportato di un’informativa inviata dalla Nato ai paesi membri secondo cui Putin si starebbe preparando ad un test nucleare ai confini dell’Ucraina, probabilmente impiegando il sottomarino Poseidon.
A smentire Biden è stata tuttavia la speaker della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, secondo cui “Non vi sono segnali che la Russia si stia preparando ad usare armi nucleari, ma la retorica di Putin è da irresponsabili e rischia di avviare un’escalation”, ed anche dal Pentagono è stato riferito che non vi sono movimenti delle unità nucleari sul territorio russo.
La Russia ha una dotazione di quasi 2mila armi nucleari tattiche e strategiche: le prime, meno potenti, secondo alcuni scenari potrebbero essere utilizzate su obiettivi in Ucraina, magari l’isola dei Serpenti a scopo dimostrativo, ma vi sarebbero conseguenze per la Russia importanti, dalla risposta dell’occidente, anche se non nucleare, alla perdita del supporto politico degli alleati, all’alta possibilità che la nube radioattiva venga portata dai venti nella stessa Russia. Uno scenario improbabile quindi, ma a occidente c’è chi ha interesse a renderlo comunicativamente probabile.