Bielorussia. Esercitazioni antiterrorismo con le forze militari cinesi

di Giuseppe Gagliano –

L’arrivo delle truppe cinesi in Bielorussia per partecipare all’esercitazione congiunta anti-terrorismo, che si terrà dall’8 al 19 luglio, rappresenta un significativo sviluppo nelle dinamiche geopolitiche dell’Eurasia. Questa cooperazione militare tra Cina e Bielorussia non è solo un’espressione di amicizia bilaterale, ma riflette anche un più ampio disegno strategico che mira a consolidare l’influenza cinese e a rafforzare le alleanze in una regione strategicamente cruciale. La Cina, attraverso queste esercitazioni, dimostra il suo impegno nel contrastare il terrorismo e l’estremismo, consolidando al contempo la sua presenza militare e politica in Europa orientale. Questa mossa si inserisce nel contesto della Belt and Road Initiative (BRI), la vasta rete di infrastrutture e investimenti promossa da Pechino per espandere la propria influenza economica e politica globalmente. La partecipazione della Cina a esercitazioni militari congiunte in Bielorussia può essere vista come un passo per garantire la stabilità lungo le rotte della BRI, che attraversano l’Eurasia e collegano la Cina all’Europa. La scelta della Bielorussia come partner per queste esercitazioni non è casuale. Minsk, sotto la leadership di Alexander Lukashenko, ha mantenuto stretti legami con Mosca, ma negli ultimi anni ha anche cercato di diversificare le sue alleanze strategiche per evitare una dipendenza eccessiva dalla Russia. La cooperazione con la Cina offre alla Bielorussia una preziosa opportunità per bilanciare l’influenza russa, accedendo al contempo a risorse e supporto cinese. Inoltre, la presenza di truppe cinesi in Bielorussia invia un chiaro segnale geopolitico a livello regionale e globale. Per la Russia, tradizionalmente il principale alleato e protettore della Bielorussia, l’invito a forze cinesi a partecipare a esercitazioni militari sul suo ex spazio sovietico può essere visto con sospetto e preoccupazione. Tuttavia, data la stretta alleanza strategica tra Mosca e Pechino, è probabile che questa mossa sia stata coordinata o, almeno, non osteggiata dal Cremlino. Per l’Occidente, e in particolare per la NATO, la cooperazione militare tra Cina e Bielorussia rappresenta una sfida complessa. Da un lato, rafforza l’asse autoritario tra stati che resistono all’influenza occidentale. Dall’altro, mostra la capacità della Cina di proiettare potenza e influenza ben oltre la sua tradizionale sfera di operazioni in Asia orientale. Questo sviluppo potrebbe influenzare le strategie di sicurezza e difesa dell’occidente, spingendo la NATO a rafforzare ulteriormente la propria presenza e i propri legami in Europa orientale. A livello regionale, l’esercitazione congiunta anti-terrorismo offre a Bielorussia e Cina l’opportunità di condividere esperienze, migliorare l’interoperabilità delle loro forze armate e sviluppare strategie comuni per affrontare minacce asimmetriche. Questo potrebbe avere un impatto significativo sulla capacità della Bielorussia di gestire le sfide alla sicurezza interna e di rafforzare il proprio ruolo come attore chiave nella stabilità regionale. In conclusione, l’esercitazione militare congiunta tra Cina e Bielorussia è molto più di un semplice evento addestrativo. Essa rappresenta un tassello importante nel mosaico geopolitico eurasiatico, riflettendo il crescente attivismo della Cina sulla scena internazionale e le complesse dinamiche di alleanze e rivalità nella regione. Mentre la Cina continua a espandere la sua influenza, l’Occidente e la Russia dovranno adattarsi a un nuovo equilibrio di potere che potrebbe ridefinire le relazioni geopolitiche per gli anni a venire.