di Nicla Bussoli –
Il Golfo del Bengala riveste un’importanza cruciale per i Paesi costieri, poiché funge da crocevia per circa un quarto del commercio internazionale, svolgendo un ruolo chiave nello stretto di Malacca. Negli ultimi decenni, questa regione ha attirato l’attenzione e gli investimenti di numerose potenze mondiali e regionali. L’ascesa della Cina è stata un ulteriore catalizzatore di questo interesse, con profonde conseguenze sulla geografia strategica e sull’architettura della sicurezza locale. L’iniziativa del Golfo del Bengala sembra quindi essere una risposta alla rivitalizzazione della regione e al tempo stesso cerca di porre un limite alle propensioni espansionistiche ed egemoniche del vicino Dragone Rosso.
La BIMSTEC è un’organizzazione regionale che comprende nazioni dell’Asia meridionale e sudorientale. Il suo obiettivo primario è quello di potenziare la connettività attraverso una maggiore cooperazione regionale, promettendosi di promuovere la stabilità e il benessere nella regione del Golfo del Bengala. Nel corso degli ultimi anni, i membri della BIMSTEC sembrano aver rinnovato il loro impegno verso questa iniziativa, indice di una rinnovata aspirazione volta ad accrescere la collaborazione nel gruppo e a porre in atto miglioramenti che possano fronteggiare le nuove sfide che interessano la regione. L’area infatti è considerata una zona di fondamentale importanza dal punto di vista geopolitico, sia per l’approvvigionamento di risorse energetiche, punto nodale delle relazioni globali, che per questioni legate alla sicurezza (atti di terrorismo, criminalità internazionale). Nel prossimo futuro, in cui è probabile che si verifichi una crescente carenza di risorse energetiche, il Golfo del Bengala, rinomato per le sue ricchezze di idrocarburi, assumerà un ruolo sempre più centrale nelle dinamiche delle relazioni internazionali.
L’interconnessione promossa dal BIMSTEC è finalizzata al potenziamento degli scambi energetici e alla creazione di un network infrastrutturale che possa sviluppare maggiormente la connessione di reti elettriche o gasdotti, ampliare le conoscenze a supporto di un’efficienza energetica e porsi come contrappeso all’instabilità e alla fragilità della zona. In questo senso, si può dire che la BIMSTEC venga vista come un’alternativa alla BRI (iniziativa cinese infrastrutturale che collega Pechino con i mercati Eurasiatici), poiché entrambe si concentrano sullo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e di logistica, valorizzandone la proficuità e la sicurezza degli approvvigionamenti. Un aspetto chiave della BIMSTEC, che la differenzia dalla BRI, è che le sue relazioni si basano su interconnessioni e interdipendenza. Questi aspetti si combinano con il principio di base del gruppo, ovvero l’uguaglianza di tutti i membri, il che significa che a nessun singolo membro è concesso un ruolo o un potere maggiore nelle relazioni. L’interdipendenza si fonda sulla fiducia reciproca ed è fondamentale per responsabilizzare tutti i membri. La BRI tende a creare un’eccessiva dipendenza dal benefattore, che detiene il potere nella relazione e non ha un pari per garantire la responsabilità (1). Ad avvalorare questa tesi, diversamente dalla BRI, sono le novità che comprendono il tessuto organizzativo e istituzionale della BIMSTEC, riferendosi alle riforme attuate negli ultimi anni che coinvolgeranno la struttura centrale dell’ente, per favorirne una migliore integrazione tra i membri e un dialogo multilaterale più efficace. Ciò che manca alla BIMSTEC è infatti una visione normativa comune, che vada ad istituire regole e principi su cui l’organizzazione dovrà basarsi. Si è istituito tuttavia un meccanismo di risoluzione dei conflitti e di attriti che intercorrono tra gli attori della regione, per evitare che siano d’ostacolo alle capacità operative dell’organizzazione.
Questo è risultato essenziale per un miglior funzionamento dell’organizzazione, che veniva ostacolato dalle varie dispute e dall’intensificarsi dei rapporti bilaterali tra gli Stati della regione, che hanno avuto come conseguenza un deterioramento delle relazioni all’interno della BIMSTEC e l’incanalamento dei loro sforzi su progetti bilaterali e multilaterali (progetto autostradale India-Myanmar-Thailandia, progetto del fiume Kaladan e iniziativa Bhutan Bangladesh India Nepal). La latenza dell’organizzazione è stata aggravata dalle tensioni tra Bangladesh e Myanmar riguardo alla crisi dei Rohingya, dalla controversia sul confine tra India e Nepal, e dalla divisione tra India e Sri Lanka sulla pesca e la detenzione dei pescatori.
L’obiettivo fondamentale della BIMSTEC è quindi quello di instaurare un approccio positivo alla connettività, coinvolgendo maggiormente gli Stati membri e dando una risposta che sia un’alternativa agli investimenti infrastrutturali della BRI. Nuova Delhi cerca di assumere un ruolo guida per la definizione di criteri comuni che possano rafforzare la cooperazione, la responsabilità finanziaria, la sostenibilità ambientale e l’inclusione economica. Gli obiettivi della BIMSTEC sono infatti complementari alle politiche indiane “neighbour hood first” e Act East.
Questo non solo è vantaggioso di per sé, ma si allinea anche con la sua strategia per la regione indo-pacifica. Il rinnovato interesse dell’India per il BIMSTEC ha portato a un nuovo slancio per l’organizzazione. Il vertice congiunto BRICS-BIMSTEC del 2016, organizzato dopo la cancellazione del vertice SAARC, ha evidenziato l’intenzione di Nuova Delhi di rafforzare questo gruppo e di colmare il vuoto lasciato dal declino della SAARC.
Tuttavia, questo è solo il primo passo di tanti: la BIMSTEC deve sviluppare canali di comunicazione più regolari con le varie controparti attive nella regione del Golfo del Bengala. Ciò include lo sfruttamento di partenariati strategici con l’ASEAN e di sforzi simili in materia di connettività da parte dell’ADB (in particolare la SASEC), della Banca Mondiale e dei suoi uffici nazionali regionali, della Commissione economica e sociale per l’Asia e il Pacifico delle Nazioni Unite con sede a Bangkok e delle iniziative MGC e CMLV (2).
Un ulteriore impegno da rafforzare è la sfera difensiva e militare della regione. Il golfo del Bengala, come già detto in precedenza, è interessato dal transito di un’importante fetta dei commerci globali, posizionandosi in cima alle regioni strategiche per il traffico commerciale internazionale. In questo spazio di mare non mancano le sfide e i pericoli da fronteggiare, oltre le numerose opportunità date dalle sue vie di comunicazione marittime (SLOC). Proteggere queste vie di comunicazione è di vitale importanza per gli Stati della regione, che dovranno unire gli sforzi per intensificare le attività di sorveglianza e di difesa del Golfo, in funzione di lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata (pirateria), così da garantire maggior stabilità e sicurezza alla regione.
Tutto questo dovrebbe essere attuato congiuntamente dai membri del BIMSTEC, potenziando la loro presenza navale nell’area e conducendo esercitazioni congiunte o pattugliamenti coordinati. L’impegno assunto con la Convention on Cooperation in Combating International Terrorism, Transnational Organized Crime and Illicit Drug Trafficking, è stato un primo passo che ha introdotto una nuova normativa che va a regolamentare la condivisione delle informazioni, il sostegno congiunto nelle forze armate e azioni di coordinamento che mirino ad una politica comune in materia di sicurezza e gestione delle frontiere. In questo l’India viene vista come maggior protagonista nella regione, da cui dipenderà in larga misura il pattugliamento delle frontiere in funzione antiterroristica.
Ciò a cui si punta, tuttavia, è la protezione della libertà di navigazione, diritto fondamentale per gli attori locali e internazionali, che assicuri il transito di energia ed altre risorse.
In conclusione si può dedurre che la BIMSTEC, pur essendo un’iniziativa essenziale per un controllo strategico e commerciale della regione, deve ancora adoperarsi per rafforzare gli sforzi in determinati fattori: connettività fisica, promozione commerciale e difesa regionale.
Migliorare la connettività fisica è uno dei punti fondamentali su cui concentrarsi, in prospettiva di una coesione maggiore che vada ad interessare anche le altre dimensioni: i piani per potenziare l’integrazione regionale nel Golfo del Bengala non diventeranno realtà se i membri del BIMSTEC non assicurano infrastrutture robuste che facilitino il flusso di veicoli, navi, persone e merci attraverso i confini. Nei prossimi anni, la connettività sarà una delle principali sfide per il BIMSTEC, e tutti gli Stati membri dovranno dare a questo settore la massima priorità, per poter usufruire al meglio delle potenzialità dell’integrazione regionale.
Note:
1 – Register E., 2024, BIMSTEC Revival: A Compelling Alternative to the BRI in the Bay of Bengal, South Asian Voices.
2 – Xavier C., 2018, BRIDGING THE BAY OF BENGAL – Towards a Stronger BIMSTEC, Carnegie India