Birmania. 510 i morti delle proteste. Ma per la Cina va bene così. Perchè…

di Giuseppe Gagliano

Continuano in Birmania i disordini per le proteste contro il golpe militare del 1 febbraio, ed il bilancio della repressione operata dai militari ha superato i 500 morti. Cina e Russia continuano a bloccare con il veto ogni risoluzione di condanna proposta al Consiglio di Sicurezza dell’Onu ritenendo quanto accade una questione interna, nonostante la leader politica Aung San Suu Kyi, il cui partito ha vinto in modo schiacciante le elezioni democratiche, sia stata arrestata, e con lei diversi esponenti politici e persino il presidente della Repubblica dell’Unione del Myanmar Win Myint.
E’ tuttavia opportuno sottolineare alcuni dati sia sul commercio bilaterale con la Cina che con gli Usa, paese in prima linea nel chiedere sanzioni verso il regime militare che ha messo al potere il generale Ming Aung Hlaing.
Il valore del commercio della Birmania con la Cina attraverso la rotta commerciale marittima e il confine terrestre (la maggior parte scambiata nel porto di Ruili) ha raggiunto i 12 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2019-20, secondo il ministero del Commercio birmano.
La Birmania esporta principalmente riso, piselli, semi di sesamo, mais, frutta, verdura, foglie di tè essiccate, prodotti della pesca, gomma, pietre preziose e prodotti in Cina.origine animale, mentre la Cina esporta principalmente macchinari, materie prime plastiche, materie prime CMP (taglio, make, pack), prodotti di consumo e strumenti elettronici in Birmania.
La Cina è anche il principale partner commerciale della Birmania e la seconda fonte di investimenti, dopo Singapore. I dati ufficiali mostrano che gli investimenti della Cina in Birmania nel 2020 hanno raggiunto i 133,5 milioni di dollari, che rappresenta oltre il 38% degli investimenti esteri totali in Birmania. L’anno scorso, Cina e Birmania hanno firmato 33 accordi riguardanti progetti infrastrutturali chiave, concordando al contempo di accelerare l’attuazione del progetto China-Burma Economic Corridor, durante la visita del presidente Xi Jinping nel paese
Per quanto concerne il commercio totale di merci tra la Birmania e gli Stati Uniti è ammontato a quasi 1,3 miliardi di dollari nei primi 11 mesi del 2020, rispetto a 1,2 miliardi di dollari per l’intero anno 2019, secondo i dati dell’Ufficio censimento degli Stati Uniti. L’abbigliamento e le calzature hanno rappresentato il 41,4% delle importazioni totali di merci statunitensi dalla Birmania, seguite dai bagagli al 30% e dal pesce al 4,4%. Tra questi il produttore di valigie Samsonite e il produttore di abbigliamento L.L. Bean sono tra i principali importatori, insieme al produttore di abbigliamento sportivo Adidas e al rivenditore H&M.