Bosnia-Erzegovina. L’UE rafforza la missione Althea con 400 nuovi soldati

di Giuseppe Gagliano

L’Unione Europea ha deciso di incrementare temporaneamente il contingente dell’Operazione Althea in Bosnia-Erzegovina, schierando 400 soldati aggiuntivi per supportare la stabilità del Paese. L’annuncio, diffuso il 7 marzo dall’EUFOR (European Union Force Bosnia Herzegovina), sottolinea che il dispiegamento avverrà nella settimana del 10 marzo, portando il totale delle forze a circa 1.500 unità.
L’Operazione Althea è la missione di mantenimento della pace dell’Ue in Bosnia-Erzegovina, avviata nel 2004 in seguito agli Accordi di Dayton, che posero fine alla guerra del 1992-1995. Secondo il comunicato dell’EUFOR, questo aumento delle forze rappresenta una misura precauzionale “a beneficio di tutti i cittadini bosniaci”.
Fonti locali riferiscono che oltre ai 400 militari l’Ue invierà anche quattro nuovi elicotteri per rafforzare le capacità operative della missione. Il potenziamento avviene in un contesto di crescente tensione politica, alimentata dalle mosse separatiste della Repubblica Srpska, entità a maggioranza serba del Paese.
Il leader della Repubblica Srpska, Milorad Dodik, ha recentemente imposto restrizioni alle istituzioni statali all’interno del territorio dell’entità serba, vietando l’operatività degli organi di sicurezza, giustizia e intelligence bosniaci. Il 26 febbraio, Dodik è stato condannato a un anno di carcere da una corte di Sarajevo per aver approvato leggi in contrasto con la Costituzione bosniaca e gli accordi di pace.
Le misure adottate da Dodik, insieme alla crescente retorica separatista, hanno sollevato preoccupazioni internazionali sulla stabilità della Bosnia-Erzegovina. Secondo Politico, le azioni del leader serbo-bosniaco rischiano di alimentare una crisi istituzionale che potrebbe riaccendere le tensioni etniche nel Paese.
Mosca ha immediatamente condannato la sentenza contro Dodik, definendola “politicamente motivata” e convocando una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per discutere della questione. Il Cremlino ha sempre sostenuto Dodik, che negli ultimi anni ha incontrato ripetutamente il presidente russo Vladimir Putin e ha adottato una linea apertamente antioccidentale.
Gli Stati Uniti invece hanno criticato duramente le mosse di Dodik. Il segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato il 7 marzo che “le azioni del presidente della Repubblica Srpska minano le istituzioni della Bosnia ed Erzegovina e rappresentano una minaccia per la sicurezza regionale”. Washington ha invitato i partner europei a unirsi in una strategia comune per contrastare le derive separatiste.
L’Operazione Althea, attiva dal 2 dicembre 2004, è considerata una delle missioni più importanti dell’Unione Europea nel campo della sicurezza. Subentrata alla missione NATO SFOR, il suo obiettivo principale è garantire la stabilità della Bosnia-Erzegovina e prevenire il ritorno di violenze etniche.
L’aumento delle truppe europee conferma la crescente attenzione dell’UE nei confronti della regione balcanica, in un periodo segnato da una competizione geopolitica sempre più intensa. Con la Bosnia-Erzegovina candidata all’adesione all’UE dal 2022, Bruxelles sembra intenzionata a mantenere una presenza forte nel Paese per evitare nuove tensioni e garantire un percorso di integrazione stabile.