Bougainville. Le prossime elezioni generali in un’ottica geopolitica

di Alberto Galvi

Le elezioni generali nella regione autonoma di Bougainville nella PNG (Papua Nuova Guinea) sono state posticipate di due mesi a causa della pandemia di Covid-19 e ora avranno luogo per un periodo di tre settimane dal 12 agosto all’1 settembre, con il risultato finale atteso per metà settembre.
Il referendum sull’indipendenza ha avuto luogo alla fine dell’anno scorso, e ora dovrà essere ratificato dal parlamento della PNG, a seguito di negoziati tra il governo della PNG con il primo ministro James Marape e il governo autonomo di Bougainville con la presenza del presidente John Momis.
Questa sarà la quinta elezione presidenziale che si svolgerà dal 2005, dopo che Bougainville ha ottenuto una significativa autonomia in seguito ad un accordo di pace firmato nel 2000, successivo ad una guerra civile decennale nella PNG.
Il voto sembra destinato a diventare un affare molto complesso, con 25 candidati al voto di cui nessuno sembra essere attualmente il favorito. Il presidente uscente, John Momis, è già stato eletto per 2 mandati, anche se ha tentato di contestare questa norma della costituzione, tuttavia il suo appello è stato respinto dalla Corte Suprema della PNG.
Ci sono inoltre 40 seggi nella Camera dei rappresentanti di Bougainville, con più di 400 persone che si sono iscritte per candidarsi.
Nella PNG il parlamento nazionale è unicamerale ed è composto da 111 seggi, anche se la costituzione ne consente fino a 126. I parlamentari sono membri eletti direttamente in collegi elettorali uninominali. I membri eletti hanno un mandato di cinque anni.
La strada per Bougainville sembra ancora essere ardua prima di diventare il 194mo Stato membro delle Nazioni Unite. A livello geopolitico lo Stato indipendente oceanico sarebbe un ottimo alleato di Pechino nell’area del Pacifico, in quanto sta cercando il sostegno diplomatico di alcuni Paesi della regione.
In questo modo Pechino ridurrà il sostegno a Taiwan che quest’anno ha perso altri due alleati del Pacifico. La strada da percorrere per Bougainville sarà impegnativa e avrà bisogno dei suoi principali alleati, in particolare di Nuova Zelanda, Australia, Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Giappone.
Inoltre Bougainville in quanto è ricco di risorse minerarie è il Paese ideale per investire in turismo e agricoltura ed ha l’appoggio diplomatico della Cina.
A livello economico invece le scelte di Bougainville dovranno essere fatte in merito alla miniera d’oro e di rame di Panguna e alla zona economica esclusiva di 200 miglia in cui viene praticata la pesca.
Il risultato delle elezioni di agosto-settembre sarà di vitale importanza non solo per Bougainville e la PNG, ma anche per la più ampia zona delle isole del Pacifico, mentre le elezioni generali nella PNG sono previste per il 2022.
Il futuro presidente sarà responsabile dei negoziati con Port Moresby per stabilire la procedura che porterà all’indipendenza di Bougainville.
Le isole del Pacifico comprendono la regione Melanesiana di cui fanno parte oltre a Bougainville e la PNG anche i seguenti Stati: Figi, isole Salomone, Nuova Caledonia francese, Vanuatu e le regioni della Polinesia e della Micronesia.
Il probabile rischio per il futuro di Bougainville sarà quello di diventare una pedina in mano alle grandi potenze della regione.