di Paolo Mechi –
A tre mesi dalla sua elezione il presidente Lula sta cercando di mettere in atto la prima grande riforma economica che ha l’impegnativo obiettivo di risanare i conti pubblici senza rinunciare a combattere la povertà, sempre molto presente in Brasile.
Rimettere un tetto alla spesa pubblica era uno delle promesse elettorali di Lula che, con la nuova legge, vuole porre il limite al 70% del gettito annuale.
Obiettivo del governo è quello di diminuire gradualmente i conti fiscali passando dal -05% del Pil attuale ad un +1% del Pil, entro il 2026
Il ministro delle finanze Fernando Haddad ha avuto il compito di relazionare in parlamento sui dettagli della proposta, anche per tranquillizzare i mercati.
Haddad ha dichiarato che la nuova legge vuole allo stesso tempo consentire alle imprese di investire con tranquillità e garantire alle famiglie i servizi sociali, sanitari ed educativi fondamentali.
Purtroppo il ministro non ha spiegato la proposta in modo dettagliato, non indicando con precisione su quali parametri economici intervenire e in quale modo, infatti anche dopo la presentazione i mercati sono stati altalenanti, soprattutto quello dei buoni statali.
Il primo intervento del governo sarà quello di riformare le numerose imposte sui consumi che colpiscono in modo particolare i più poveri.
Haddad ha anche dichiarato che se tutti pagassero le imposte, chi le paga ne pagherebbe di meno.
In quest’ottica ha messo nel mirino i privilegi fiscali di cui beneficiano da anni le grandi imprese.
Secondo alcuni analisti le previsioni di una scarsa crescita economica non aiutano di sicuro nella ricerca di un maggior gettito.
La Banca centrale ha modificato le previsioni del tasso di crescita da 1% a 1,2%, il tasso di inflazione dal 5% al 5,8% mantenendo i tassi di interesse al 13,75% nonostante le forti pressioni del governo che spera in un abbassamento dei tassi per favorire gli investimenti e far aumentare i consumi.