Brexit. Caos a Westminster: Johnson va in minoranza e annuncia le elezioni anticipate

di Elisabetta Corsi

Se qualcuno pensa che ci sia in queste ore caos nel quadro politico italiano, con i 70mila della piattaforma Rousseau che hanno deciso il governo di 60 milioni di italiani, è perchè non ha guardato cosa è successo in Gran Bretagna, dove il vulcanico premier Boris Johnson ha addirittura messo lì le elezioni anticipate, a poco più di un mese dalla sua nomina.
Prima di essere messi da parte dalla sospensione di 5 settimane del parlamento chiesta da Johnson al fine di evitare la discussione sulla Brexit, ottenuta dalla regina, i membri della Camera dei Comuni si sono incontrati in un ultimo dibattito, che in breve ha trasformato Westminster in un campo di battaglia.
Sul tavolo c’era la proposta di avviare l’iter per una legge volta a scongiurare il no deal, cioè l’uscita dall’Ue senza accordo, nonché di procrastinare il termine ultimo a gennaio, ma da subito c’è stato il colpo di scena dell’abbandono del partito conservatore, dopo 30 anni, da parte di Philip Lee, ex ministro della Giustizia, il quale è entrato nelle file dei liberaldemocratici. Un gesto fisicamente compiuto proprio ai Comuni davanti allo stesso premier, andando a sedersi tra gli esponenti del suo nuovo partito e lasciando così il,premier senza più la maggioranza alla Camera.
Lee ha motivato il suo gesto dichiarando che “questo governo conservatore sta perseguendo in modo aggressivo e senza scrupoli una Brexit dannosa. Sta mettendo inutilmente a rischio vite e mezzi di sussistenza e sta mettendo in pericolo l’integrità del Regno Unito. Più in generale, sta minando l’economia, la democrazia e il ruolo del nostro paese nel mondo. Sta usando la manipolazione politica, il bullismo e le menzogne. E sta facendo queste cose in modo deliberato e ponderato. Ecco perché oggi mi unisco a Jo Swinson e ai liberal-democratici. Credo che i liberal-democratici siano nella posizione migliore per costruire la forza politica unificante e ispiratrice necessaria per sanare le nostre divisioni, liberare i nostri talenti, prepararci a cogliere le opportunità e superare le sfide che ci troviamo ad affrontare come società e lasciare il nostro paese e il nostro mondo in una condizione migliore per le generazioni future”.
Johnson ha cercato di correre ai ripari annunciando che lunedì avrebbe incontrato il premier irlandese, Leo Varadkar, a Dublino per discutere su proposte alternative al Backstop, l’annosa questione del confine nord irlandese e un punto chiave per le trattative.
Alla richiesta di diversi deputati Tory di fornire le prove dei progressi nei negoziati, Johnson ha assicurato che li avrebbe informati sui dettagli delle proposte del Regno Unito prima della fine di settembre per rispettare una scadenza fissata dall’Ue. Tuttavia ha continuato a dichiarare, anche con toni accesi, che le mosse dei parlamentari, compresi i conservatori, per approvare una legislazione che blocchi efficacemente un’uscita senza accordo il 31 ottobre distruggerà ogni possibilità di avere un nuovo accordo. Ribadendo anche che non avrebbe avuto nessuna intenzione di prorogare l’uscita.
Il leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, ha intimato a Johnson di moderare il linguaggio, in quanto il Regno Unito non è in guerra con l’Europa. E che si tratta di un accordo con il quale si sarebbero potuti tutelare posti di lavoro, gli standard occupazionali e le protezioni sociali. Senza mezzi termini ha dichiarato che “questo è un governo senza mandato, senza morale e da oggi senza maggioranza”, e che il suo partito sarebbe pronto per le elezioni.
Poi è arrivato il momento del voto, e con esso il caos.
In 21 deputati conservatori hanno votato con i laburisti, e la proposta che prevedeva di chiedere all’Ue la proroga del termine per la Brexit e l’obbligo di individuare un accordo è passata con 328 voti contro 301.
Il parlamento ha così espropriato di fatto al governo l’iniziativa di gestire autonomamente l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ed a un furente Johnson non è restato altro da fare che espellere i 21 deputati ribelli. E annunciare che nella giornata di oggi chiederà alla regina le elezioni anticipate.