Bulgaria. Permane il veto alla Macedonia del Nord nell’Ue

di Alberto Galvi

La Macedonia del Nord, che ha raggiunto una statualità nel 1991 dopo la dissoluzione della Jugoslavia, ha già superato ostacoli significativi per l’adesione all’Unione europea, ostacolata in questo percorso per due decenni da una disputa con la Grecia sul nome. La risoluzione della disputa sul nome, e quindi il venir meno del veto greco, ha richiesto 11 anni: nel 2018 quella che allora si chiamava Repubblica di Macedonia ha accettato di cambiare il nome in Macedonia del Nord.
Il veto della Grecia ha bloccato l’adesione della Macedonia del Nord non solo all’Ue, bensì anche alla Nato, ma con la firma il 12 giugno 2018 dell’accordo di Prespa con la Grecia, sotto l’egida delle Nazioni Unite, la situazione sembrava risolta. Oggi però la strada è stata nuovamente interrotta, questa volta dalla Bulgaria per dispute di carattere storico e linguistico.
Il veto del 2020 contro l’adesione della Macedonia del Nord è stato visto da molti come una mossa calcolata dall’ex premier Boyko Borissov per placare i suoi partner della coalizione nazionalista, uno stratagemma elettorale sempre più vincente nell’Europa centrale e orientale, in vista delle elezioni del 2021. Né Borissov né i nazionalisti di estrema destra hanno ottenuto il successo elettorale che si aspettavano in entrambe le elezioni di quest’anno.
Sia la Macedonia del Nord che l’Albania nutrivano grandi speranze per procedere con l’adesione alla Ue, ma durante una riunione di giugno del Consiglio Affari generali dell’Ue, la Bulgaria ha esercitato il suo veto. Tutti gli altri paesi dell’Ue hanno concordato sul fatto che la Macedonia del Nord fosse pronta ad aderire al blocco.
La Bulgaria sostiene prioritario l’allargamento dell’Ue ai Balcani occidentali e si è detta disponibile a non opporsi ai colloqui di adesione dell’Albania, ma al momento il blocco europeo non appare disposto a discutere di un paese senza l’altro. Il governo macedone ha affermato che continuerà a cercare attivamente una soluzione perché non intende rinunciare alle sue aspirazioni europee.