Camerun. Calixthe Beyala, ‘l’omicidio del reporter Zogo è terrore mafioso’

Agenzia Dire

“Martinez Zogo non è stato semplicemente ucciso, si è trattato di un atto di terrorismo perché le modalità con cui è stato torturato e poi assassinato, col corpo senza vita esposto pubblicamente affinché tutti vedessero cosa gli era stato fatto, fa capire chiaramente che si è voluto mandare un messaggio non solo ai giornalisti, ma a chiunque: nessuno deve osare creare problemi a chi detiene il potere in Camerun”. Così all’agenzia Dire Calixthe Beyala, scrittrice nata 62 anni fa a Douala, oggi residente tra Camerun e Francia. Domenica è stato ritrovato il corpo senza vita di Martin Zogo, giornalista radiofonico noto in Camerun perché ai microfoni di Amplitude Fm, nella sua trasmissione ‘Embouteillage’, denunciava i casi di corruzione e abusi citando anche nomi e cognomi dei responsabili.
“Quando era in onda, tutta Yaoundé lo ascoltava. Era un cronista coraggioso, completamente dedito al suo lavoro, che già aveva ricevuto minacce di morte” dice Beyala. “Sappiamo tutti quindi chi lo ha ucciso. In Camerun esiste qualcosa di simile alla mafia in Italia: dominano omertà e impunità”.
La vicenda richiama quella del radiocronista Peppino Impastato, ucciso nel 1987 in Sicilia dopo aver denunciato i crimini di Cosa Nostra? “Sì, i casi si assomigliano”, risponde l’autrice, “ma c’è una differenza: la mafia italiana seguiva almeno un codice d’onore. Qui non esiste”.
Secondo Beyala, per capire la morte di Zogo bisogna conoscere la realtà del Camerun, un Paese che detiene almeno un record: il suo presidente, Paul Biya è al potere da 41 anni senza interruzione. “Non solo lui, ma anche i ministri sono al potere da 20, 30 o 40 anni” denuncia Beyala. “La corruzione è devastante: ci si appropria del denaro pubblico ma anche dei beni privati delle persone: c’è gente che è stata minacciata o persino uccisa per la casa e i beni, e in tanti non denunciano perché non
si fidano della polizia”.
Beyala continua ricordando che il salario minimo medio in Camerun equivale a circa 52 euro, “mentre la benzina costa l’equivalente di un euro al litro, un litro d’olio 3, un chilo di carne 6, un sacco di riso 7,50”.
La maggior parte della popolazione dunque “vive nella miseria. I medici sono costretti a fare due lavori per sbarcare il lunario: immaginate i giornalisti”. Un disagio che è esploso nelle sommosse della comunità anglofona dell’ovest: “Lì le persone non hanno strade, corrente elettrica o acqua potabile” dice l’esperta. “Si sono ribellate quindi perché si sentono emarginate dalla maggioranza francofona, ma anche loro come il resto del Paese lottano per la sopravvivenza. E non tutti sono a
favore della secessione: chiedono solo la fine di un sistema che saccheggia sistematicamente”.
Zogo denunciava questo in trasmissione e “lui, come me, era già stato avvertito: ‘O la smetti o ti rapiamo’”. Messaggi ricevuti privatamente anche da Beyala o trovati sui giornali, come accaduto la settimana scorsa con Actu Cameroun: citando “fonti ben informate”, la testata riferiva che le dichiarazioni della scrittrice starebbero creando “agitazioni” nel governo, al punto che il ministro degli Esteri Paul Atanga Nji si sarebbe detto pronto ad arrestrare la connazionale “non appena rimetterà piede in Camerun”. “Ho solo scritto che mi opponevo alla dinastia dei Biya” spiega Beyala, in riferimento alla candidatura alla presidenza di Franck Biya, figlio dell’attuale presidente Paul Biya, “e che chiedevo una chance di democrazia per il Paese”.
E non è un caso isolato, secondo la scrittrice: “Tra il 2019 e il 2022 ben 34 giornalisti sono stati minacciati, arrestati, torturati o perfino uccisi per il loro lavoro; adesso hanno deciso di uccidere Zogo perché era il più forte di tutti”.
Beyala continua: “Dopo il suo sequestro, martedì scorso ho iniziato a ricevere messaggi di persone convinte di potermi scoraggiare dal cercarlo: ‘E’ partito’, dicevano, e poi ‘è stato trovato, lo stanno interrogando'”. Secondo la ricostruzione di Reporters sans frontièeres, Zago è stato sequestrato martedì notte nei pressi di un commissariato di polizia nella capitale Yaoundé. “Il corpo è stato ritrovato nel sobborgo di Ebogo di domenica”, dice Beyala, “e tutti hanno potuto vedere che per cinque giorni ha subito angherie e amputazioni. Non ce l’ho fatta a leggere fino alla fine il verbale dell’autopsia. Non dormo da giorni”.
Secondo la scrittrice, la speranza per un futuro migliore non giunge dai Paesi stranieri o dall’Unione Africana ma dai giornalisti. “Continuate a raccontare”, l’appello di Beyala, convinta che “i forti di oggi saranno i deboli di domani”. Una citazione, questa: “Me lo ha scritto Zogo stesso nel suo messaggio di auguri per un buon 2023”.