CILE. Adolescente ucciso, famiglia accusa carabinieros. 200 feriti, 1400 arresti

Ansa, 26 ago 11 –

di Patrizia Antonini – Una pallottola lo ha raggiunto al petto, lasciandolo a terra senza vita: cosi’ e’ morto un adolescente di 16 anni, Manuel Gutierrez, nella notte della periferia di Santiago del Cile, infiammata dagli scontri tra manifestanti e forze di polizia, al termine delle 48 ore di sciopero generale proclamate dalla Centrale unitaria dei lavoratori. E mentre i ‘carabineros’ negano ogni legame con quanto accaduto, i familiari del giovane insistono che ad ucciderlo sono stati proprio loro. C’e’ sbigottimento e rabbia in Cile all’indomani dell’omicidio di Manuel Gutierrez, e dopo una manifestazione che portando in piazza 600mila persone era riuscita a qualificarsi come una delle piu’ grandi mobilitazioni degli ultimi 20 anni. La violenza tiene in scacco la forza delle idee, la voglia di cambiamento e di riforme democratiche. I numeri diffusi dalle autorita’, il bilancio di tre notti di scontri, non lascia scampo: un morto, oltre 200 persone ferite e 1394 arresti. E in questo clima il presidente Sebastian Pinera, la cui popolarita’ negli ultimi mesi e’ crollata al minimo storico, invita gli studenti alla Moneda e rivolge un appello al dialogo, a “riunirsi attorno ad un tavolo, in un clima di pace e non di guerra, con buona volontà e non con intransigenza”. Ora pero’ c’e’ da capire cosa sia veramente accaduto ieri sera su una passerella nell’area di Macul, alla periferia della capitale, quando Manuel e’ stato ucciso da un proiettile. Ad accusare le forze dell’ordine, in particolare, è il fratello dell’adolescente morto, Gerson: ”Non ci sono dubbi, ero con lui e li ho visti. Non sono l’unico. Erano ‘carabineros’. C’è stato un momento in cui hanno detto che mio fratello è stato ucciso per un regolamento di conti, ma non è così. Sono stati i ‘carabineros'”, racconta il giovane. E ricostruisce: ”hanno sparato tre colpi. Uno ha ferito a morte mio fratello”. Il vertici della polizia militare respingono le accuse. Il generale Sergio Gajardo afferma: “escludo in modo assoluto che le forze dell’ordine abbiano esploso colpi di arma da fuoco contro un giovane con le caratteristiche e nelle circostanze che conosciamo. Noi non abbiamo dubbi e non stiamo facendo indagini interne”.